Nel corso della giornata odierna sono proseguiti gli Esercizi Spirituali 2015 della Curia Romana assieme al predicatore Bruno Secondin, il quale ha attinto alla vita del profeta Elia per meditare non solo sulla missione della Chiesa, ma soprattutto sulla sua azione: il tema conduttore della giornata è stato “uscire allo scoperto“.
Il vissuto del profeta Elia, che Bruno Secondin ha ripreso attraverso le varie immagini della storia di questi, ci mostra che Dio, dopo averlo richiamato alle origini della propria fede, come abbiamo visto nella , lo invita ad affrontare apertamente le sfide, all’epoca rappresentate dalla conversione del re Acab.
Acab, e il popolo di Israele, avevano abbandonato la retta via, per abbandonarsi al culto idolatrico a Baal: Dio, dopo aver preparato Elia per la missione che gli affida, lo invita a “uscire allo scoperto“, ad avere il “coraggio” di una vita autenticamente cristiana e a liberarsi dalle “ambiguità”.
L’invio di Dio, rivolto ad Elia, parla oggi a tutti i cristiani, e particolarmente ai ministri del culto: Dio ci presenta sempre “nuove avventure“, nuove sfide che mettono alla prova tutti quei cristiani che invece preferirebbero nascondersi dietro piani calcolati, divenendo così “vittime della parole e della diplomazia“.
Altra immagine potente sulla quale il predicatore Bruno Secondin invita a riflettere è quella di Abdia, il maggiordomo di Acab inviato dal re per contattare Elia: questi rappresenta tutti quanti vivono la lacerazione tra la propria coscienza, che chiaramente indica loro la retta via, ma non sono capaci di rinunciare “ai vantaggi del potere“. Come tante persone oggi, Abdia, incarna la figura di coloro che sono impauriti nonostante la spinta interiore che li richiami alla difesa della verità.
Il popolo di Israele, poi, è stato la successiva icona che padre Secondin ha usato per la riflessione: il popolo, di fronte all’invito al ritornare alla vera fede rivolto loro da Elia, tace e non risponde: questo perché “il sistema ha ucciso la sua coscienza” ha spiegato il commentatore, come anche oggi “i regimi, i sistemi dissanguano i popoli” e trasformano le persone in “spettatori impauriti“.
Come Elia reagisce a tutto questo? Elia “si avvicina al popolo per coinvolgerlo“, ha aggiunto, anche sfruttando un elemento estremo, che potremmo definire di “religiosità spettacolare“, ovvero una ordalia, una prova del fuoco che metta a confronto la presunta potenza di Baal con quella del Signore d’Israele.
Anche noi oggi “abbiamo il coraggio di coinvolgere il popolo, o facciamo il giro delle sette chiese prima di interpellarlo?“, ha chiesto, ovvero “Trattiamo le cose importanti tra pochi intimi o sappiamo avere una strategia di visibilità che spiazza il sistema?“. Ancora, abbiamo il coraggio di uscire allo scoperto, di dirsi la verità su se stessi, di gettare la maschera che anestetizza le nostre coscienze? O preferiamo adorare i nostri idoli, quali “orgoglio, ambizione, cultura, carriera”, sacrificando a questi la vera fede? “Il nostro cuore appartiene realmente al Signore“, ha quindi concluso Bruno Secondin, o ci accontentiamo di atteggiamenti esteriori? Sentiamo l’urgenza vivere esperienze forti, straordinarie, che lasciano il segno, o ci accontentiamo?
E’ vero, è tutto perfetto per l’oggi. Sono una laica con tanta storia nel sangue e le parole del predicatore Secondin, come sempre quelle del Santo Padre Francesco, sono l’urlo che ho nel cuore: “Avvicinarsi al popolo per coinvolgerlo” e la “Strategia di visibilità che spiazza il sistema” è il bisogno totale di troppi giovani astratti della nostra società italiana oggi, che bisogna riportare coi piedi per terra per poter Essere a Amare nel nome di Dio Padre.
Per ridare speranza a tutti nella semplicità del vivere, cambiando l’ottica e riattivando il sentire.
Solo voi Padri della Santa Chiesa di Dio potete farlo.
Siamo nelle vostre mani. Il non ascolto è troppo profondo e dunque lo è il malessere generalizzato. Persone come me che si prodigano nel piccolo infinitesimale sono quasi inesistenti rispetto ai bisogni e non sono ascoltate nemmeno da Voi. Padri della Chiesa, prego Dio perché vi dia il coraggio e la forza di costruire una strategia di visibilità fondamentale per spiazzare i sistemi violenti e malsani che annullano i principi fondamentali del meraviglioso vivere in Dio sulla terra..
Credo di percepire che se la Madonna di Medyugorye in questo istante sta cercando di recuperare la cristianità e lo sta facendo con un solo tocco rivolto ai pellegrini , i quali si manifestano all’inizio scettici ed atei e poi si ritrovano al ritorno infervoriti di tanta fede che cominciano a pregare dalla mattina alla sera, così la Chiesa dovrebbe auspicarsi di dare questo tocco ai cristiani che vanno in chiesa per educarli a venire allo scoperto e non aver paura di manifestare il proprio credo , a costo anche di perdere del proprio. Grazie Santo Padre.
Proprio, stamane scopro che “difendere la Chiesa significa essere integralisti”. Poi, detto da una catechista!
Non mi sono mai considerato integralista. Anzi, in molte sedi ho detto e ridetto, confermato e ribadito quanto il nostro Papa Francesco sta giorno per giorno “insegnando” a tutti noi.
Beh, non è mai troppo tardi imparare cose nuove!
il libero arbitrio mi difende, indubbiamente, dall’irruenza calcolatrice del sistema…e anima e coscienza hanno imparato a trionfare su tutto ciò che desidera imporsi su di loro. Io sono libera di amare e di scegliere ciò che il mio cuore desidera…e io desidero, in assoluto, offrire al Signore la centralità di ogni attimo della mia esistenza…seppur vivendo questo amore, non in nascondimento, ma manifestando, apertamente, la gioia che deriva dal vivere in sintonia con le proprie certezze nella fede….fede non subita, ma scelta.