In Piazza San Pietro a Roma si è tenuta, mercoledì 3 aprile 2019, la dodicesima udienza generale dell’anno. Un numero molto elevato di pellegrini, secondo i dati della prefettura della casa pontificia circa 12.000, sono accorsi da diverse diocesi della penisola e dall’estero per partecipare al consueto incontro settimanale tenuto da Papa Francesco.
Le udienze generali, celebrate già ai tempi di Giovanni XXIII, sono una forma di incontro tra il papa e i fedeli che si tiene ogni mercoledì mattina alle ore 10.30 in Piazza San Pietro o, in caso di condizioni metereologiche avverse, all’interno della sala Paolo VI.
Mercoledì 3 aprile 2019 il pontefice ha dato inizio all’incontro con i fedeli parlando del suo viaggio apostolico in Marocco, tenutosi tra il 30 ed il 31 marzo 2019, e rinnovando la sua gratitudine verso il re Mohammed VI e le altre autorità marocchine per la calorosa accoglienza ricevuta.
Il tema trattato nel corso dell’ultima udienza è stato quello di “Servitore di speranza”. Il Papa Bergoglio ha fatto presente che esistono “tante religioni” e che “tutte guardano il cielo, guardano Dio”. Il messaggio che il papa ha voluto trasmettere a tutti i fedeli è che non bisogna temere le differenze ma piuttosto lavorare per la fratellanza soprattutto con i musulmani che, come i cattolici, sono figli di Abramo.
Ancora, ricordando la visita al Mausoleo di Mohammed V, Bergoglio ha sottolineato che non si deve mai essere schiavi degli aggettivi e che, proprio per questa ragione, a lui non piace dire migranti ma piuttosto persone migranti. Questo perché, a suo dire “migrante è un aggettivo, in cambio persone sono sostantivi” e per agire nel rispetto è opportuno distaccarsi dalla cultura degli aggettivi, troppo gassosa.
Nel corso dell’udienza il pontefice ha fatto un richiamo alla proposta della Santa Sede che si riassume in quattro verbi: “ accogliere, proteggere, promuovere, integrare”. L’obiettivo, ci ha tenuto a precisare, non è quello di creare dei programmi assistenziali ma di intraprendere un cammino che, attraverso queste quattro azioni, possa aiutare a costruire dei paesi che pur mantenendo la loro identità religiosa e culturale siano comunque aperti al confronto ed all’accettazione delle diversità.
Caro Pontefice, come lei bien sa io sono Guglielmo,Gueson,a10 anni dopo 5 partite vinte a calcio con i miei amici era autunno al tramonto un qualcosa mi fece fermare solo seduto sul pallone ascoltando il gorgoglio dei campi arati in campagna e ad un certo
Punto LUI CON UNA VOCE MI ENTRA DENTRO E MI DICE Guglielmo te la senti? Ed io : Signore ma io ? Lui Si ed io Ma Quanto durerà? 24 anni rispose è così senza salutarci accettai il più tremendo
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