All’Angelus Papa Francesco spiega che nella figura di San Giuseppe è racchiusa tutta la sapienza cristiana. Egli, insieme con Giovanni Battista e Maria, è uno dei personaggi che la liturgia ci propone per il tempo di Avvento; e dei tre è il più modesto. Uno che non predica, non parla, ma cerca di fare la volontà di Dio; e la compie nello stile del Vangelo e delle Beatitudini.
Pensiamo dice Francesco: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli». E Giuseppe è povero perché vive dell’essenziale, lavora, vive del lavoro; è la povertà tipica di coloro che sono consapevoli di dipendere in tutto da Dio e in Lui ripongono ogni loro fiducia.
Il Vangelo del giorno narra di Giuseppe e Maria che sono promessi sposi; non abitano ancora insieme, ma lei è in attesa di un bambino per opera di Dio. Giuseppe, di fronte a questa sorpresa, naturalmente resta turbato e cerca una soluzione che rispetti la dignità e l’integrità della sua amata Maria: «Giuseppe suo sposo, poiché era un uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto».
Questa inspiegabile circostanza spiega Francesco lo induce a mettere in discussione il loro legame e decide di distaccarsi da Maria Ma l’Angelo del Signore interviene per dirgli che la soluzione da lui prospettata non è quella voluta da Dio. Anzi, il Signore gli apre una strada nuova, una strada di unione, di amore e di felicità e gli dice: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo».
A questo punto, Giuseppe si fida totalmente di Dio, obbedisce alle parole dell’Angelo e prende con sé Maria. Proprio questa fiducia incrollabile in Dio gli ha permesso di accettare una situazione umanamente difficile e, in un certo senso, incomprensibile precisa il Santo Padre. Giuseppe che il bambino è il Figlio di Dio e lui, Giuseppe, ne sarà il custode assumendone pienamente la paternità terrena. L’esempio di questo uomo mite e saggio ci esorta ad alzare lo sguardo e spingerlo oltre. Si tratta di recuperare la logica sorprendente di Dio che, lontano da piccoli o grandi calcoli, è fatta di apertura verso orizzonti nuovi, verso Cristo e la sua Parola.
Santo Padre la Sua riflessione che dice di seguire l’esempio di Giuseppe per credere a Dio è condivisibile, ma io piccolo essere credo che la fede verso Dio nasce dentro di noi con una convinzione così profonda che i riscontri e gli esempi sono solo dei fatti di compiacenza. In realtà se non si è raggiunta la fede verso Dio con una convinzione profonda e forte che nasce dentro di noi non è possibile credere ad altre vicende che riguardano Dio. Avere la fede in Dio è il traguardo principale e non sono necessari prove o testimonianze. Voglia perdonarmi Santo Padre Buon Natale e tanta salute.
Grazie Dio per il dono di S.Giuseppe-prego che interceda per tutti noi affinche’ viviamo una vita vera e piena di cose essenziali ma importanti-valori che danno sale alla vita—Ivana Barbonetti