“Può un paese far fronte da solo alle difficoltà che produce la migrazione forzata?” Con questa domanda, incredibilmente attuale, Papa Francesco apre l’undicesimo Video del Papa, l’iniziativa lanciata quest’anno dall’Apostolato della Preghiera per mezzo della quale ogni anno il Santo Padre comunica, con un video, le proprie intenzioni di preghiera universale affinché tutti i cristiani possano pregare uniti assieme a Francesco.
Il videomessaggio per l’intenzione di preghiera del mese di Novembre 2016 pone al centro della riflessione per i cristiani i profughi e i rifugiati, un dramma che noi cristiani italiani tocchiamo da vicino.
Nel tornare a parlare del tema a lui caro, come quello della cura dei migranti, il Vescovo di Roma esorta i cristiani a “passare dalla indifferenza e dalla paura, all’accettare l’altro” e questo significa, prima di tutto aiutare i migranti e i profughi nei paesi dove giungono, ma significa anche aiutare in modo indiretto quei paesi che con grande sforzo accettano i profughi e li aiutano.
Quella di cui parla il Papa è una rivoluzione culturale che non riguarda solamente i paesi, come l’Italia, che sono in prima linea, ma tocca tutti i Paesi del mondo, perché l’altro potrebbe essere ognuno di noi, “perché quest’altro potresti essere tu. O io“, dice Bergoglio.
Per questo, in questo mese di Novembre 2016, Papa Francesco invita la Chiesa a pregare affinché “i Paesi che accolgono un grande numero di profughi e rifugiati siano sostenuti nel loro impegno di solidarietà“.
Del resto, come aveva spiegato nella Conferenza Stampa nel volo aereo di ritorno dal Viaggio Apostolico in Svezia, accogliere significa anche “integrare, cercare subito casa, scuola, lavoro … integrare nel popolo” e questo richiede risorse, da un lato, e dall’altro lato richiede un cuore ugualmente grande da parte di paesi che, pur non essendo in prima linea, si offrano per integrare anche presso di loro parte di questi migranti forzati.