In occasione della Solennità dell’Assunzione della Vergine Maria, Papa Francesco ha condiviso un messaggio profondo e riflessivo durante l’Angelus, mettendo in luce la figura di Maria come modello di fede e servizio per tutti i cristiani.
Il Papa ha ricordato come, nel Vangelo della Liturgia, contempliamo la giovane fanciulla di Nazareth che, appena ricevuto l’annuncio dell’Angelo, si mette in viaggio per andare a trovare sua cugina. Questa semplice azione, ha spiegato il Pontefice, racchiude in sé un significato profondo: «Si mise in viaggio» (Lc 1,39). Questo gesto non rappresenta per Maria un privilegio, ma piuttosto un impegno, una chiamata a condividere la gioia con gli altri e a servire la cugina Elisabetta con sollecitudine.
Papa Francesco ha sottolineato che questo primo viaggio è in realtà una metafora di tutta la vita di Maria. Infatti, da quel momento Maria sarà sempre in cammino: sempre sarà in cammino alla sequela di Gesù, come una discepola del Regno. La sua vita è stata un continuo pellegrinaggio, che si è concluso con l’Assunzione al Cielo, dove ora gode per sempre della gioia della vita eterna accanto al Figlio suo.
Il Papa ha voluto anche sfatare l’immagine statica che spesso si ha di Maria, esortandoci a non immaginarla «come una statua immobile di cera», ma piuttosto come una donna che ha vissuto intensamente la sua vocazione. Citando Carlo Carretto, ha descritto Maria come una «sorella… con i sandali logori… e con tanta stanchezza», una figura dinamica, sempre in cammino dietro al Signore e incontro ai fratelli, per concludere poi il suo viaggio nella gloria del Cielo. Così, la Vergine Santa diventa per noi un esempio e una guida, «ci precede nel cammino – ci precede, Lei», ricordandoci che anche la nostra vita è un viaggio continuo verso l’incontro definitivo con Dio.
Dopo l’Angelus, Papa Francesco ha rivolto il suo pensiero a Maria Regina della pace, affidandole le sofferenze di tante popolazioni colpite da guerre e tensioni sociali. Il Pontefice ha menzionato in particolare l’Ucraina, il Medio Oriente, la Palestina, Israele, il Sudan e il Myanmar, implorando consolazione e un futuro di serenità e concordia per tutti coloro che sono afflitti.
Ha espresso anche la sua profonda preoccupazione per la situazione umanitaria a Gaza, chiedendo la cessazione delle ostilità, la liberazione degli ostaggi e l’aiuto alla popolazione stremata. «Non dimentichiamo: la guerra è una sconfitta», ha esclamato con forza, invitando tutti a compiere ogni sforzo per evitare l’allargamento del conflitto e a perseguire le vie del negoziato.
Infine, il Papa ha rivolto un pensiero alla Grecia, devastata da un grave incendio nei dintorni di Atene. Ha pregato per le vittime e i feriti, assicurando la sua vicinanza a tutti coloro che sono stati colpiti da questo tragico evento, confidando nella solidarietà comune per affrontare le difficoltà.