Nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’Universo, Papa Francesco, nella Piazza San Pietro, ha canonizzato sei Santi, quattro italiani e due indiani: essi sono modello di “dedizione a Dio e ai fratelli” e “col loro esempio e la loro intercessione” fanno “crescere in noi la gioia di camminare nella via del Vangelo, la decisione di assumerlo come la bussola della nostra vita“.
“La liturgia oggi ci invita a fissare lo sguardo su Gesù come Re dell’Universo” ha detto il Pontefice “le Letture che abbiamo ascoltato ci mostrano come Gesù ha realizzato il suo regno; come lo realizza…; e che cosa chiede a noi“.
Alla prima domanda, ovvero “come Gesù ha realizzato il regno” Bergoglio risponde dicendo che Dio ha fatto il Suo regno “con la vicinanza e la tenerezza verso di noi. Egli è il Pastore, di cui ci ha parlato il profeta Ezechiele nella prima Lettura“. Se noi osserviamo infatti i verbi che il profeta utilizza, ovvero “cercare, passare in rassegna, radunare dalla dispersione, condurre al pascolo, far riposare, cercare la pecora perduta, ricondurre quella smarrita, fasciare la ferita, curare la malata, avere cura, pascere“, ci descrivono proprio la vicinanza di Dio e il suo modo di amarci.
Non solo, questi verbi indicano come agire a “quanti nella Chiesa sono chiamati ad essere pastori“: essi sono un modello da seguire per non trasformarsi in dei “mercenari” ha detto il Santo Padre.
In secondo luogo Papa Francesco ha posto l’attenzione su come Dio realizza il Suo regno nel corso della storia: Dio lo realizza per mezzo di Gesù, il quale però “non è un re alla maniera di questo mondo: per Lui regnare non è comandare, ma obbedire al Padre, consegnarsi a Lui, perché si compia il suo disegno d’amore e di salvezza“.
Infine “il Vangelo ci dice che cosa il regno di Gesù chiede a noi” ha detto il Papa “ci ricorda che la vicinanza e la tenerezza sono la regola di vita anche per noi, e su questo saremo giudicati“: “la salvezza non comincia dalla confessione della regalità di Cristo, ma dall’imitazione delle opere di misericordia mediante le quali Lui ha realizzato il Regno. Chi le compie dimostra di avere accolto la regalità di Gesù, perché ha fatto spazio nel suo cuore alla carità di Dio. Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore, sulla prossimità e sulla tenerezza verso i fratelli“.
Infatti “Gesù, con la sua vittoria, ci ha aperto il suo regno” ha concluso Papa Francesco “ma sta a ciascuno di noi entrarvi, già a partire da questa vita, facendoci concretamente prossimo al fratello che chiede pane, vestito, accoglienza, solidarietà. E se veramente ameremo quel fratello o quella sorella, saremo spinti a condividere con lui o con lei ciò che abbiamo di più prezioso, cioè Gesù stesso e il suo Vangelo!“
Caro Papa Francesco il Regno di DIO io lo identifico: come il giardino di Adamo ed Eva; cioè com’è questo nostro stupendo mondo, che io lo trovo immensamente meraviglioso, però la nuova Gerusalemme è senz’altro migliorata dalla presenza di ABBA, con tutte le schiere Celesti di Angeli, e i Cherubini, i Serafini eccetera; e di tutte le bellezze ancora a me, e forse a noi tutti sconosciute; oltre a quelli che vivono accanto al Padre Celeste insieme al Figlio Gesù Cristo, e con lo Spirito Santo, e la Santa Vergine Maria! Cioè nulla di diverso da questo nostro mondo che già è, una meraviglia davanti ai nostri occhi; ma l’incuria dell’uomo, che noi dovremmo essere i custodi, lo abbiamo degradato come una pattumiera. Adesso tutti gli uomini e donne a parole desiderano il Paradiso, ma poi chi si è battezzato addirittura si sente già sicuro di entrare, cioè di farne parte, senza nessuna fatica o collaborazione come ci indica il Vangelo, cioè di scegliere la via stretta e faticosa da percorrere. Invece moltissimi imboccano la via larga cioè le ricchezze, la notorietà, la governabilità di sottomettere tutto e tutti al proprio volere, il divertimento sfrenato senza rispettare nessuna regola, usare la legge del taglione cioè “occhio per occhio, dente per dente”, poi nutrirsi di vendetta personale, con la scusa di difendere gli amici o i parenti? Quest’ultimi che ho appena menzionato ci sono passato anch’io, diverse volte, ma alla fine del tunnel non scorgevo la luce, ma le tenebre? Allora ho capito che era la strada larga quella che io percorrevo, ed era quella sbagliata da intraprendere; e quindi io ho fatto marcia in dietro, ma solo dall’età di circa 30 anni, adesso ne ho 71, e non dico d’avere l’anima senza macchia ne peccato, sarei un falso spergiuro. Però l’esperienza che ho adesso mi consente di discernere, un poco il bene, e molto il male nelle altre persone e poco in me stesso. E questa è un’altra presunzione pura cioè la mia superbia. Il difficile poi è, amare il mio prossimo come me stesso, questo è il mio dubbio, mi interrogo parecchie volte, e mia moglie mi corregge diverse volte al giorno, cioè voglio dire che io non sono uno stinco di santo in terra. Ma almeno cerco di evitare il male, oppure di non fare del male al mio prossimo, e scaccio molti pensieri cattivi, dalla mia mente combattendo con satana. Lo so non basta tutto questo, è ancora poco. Ecco che ogni giorno tolgo una buccia alla cipolla, però quanto sarà grande questa cipolla: io dico tutta la vita. Io a volte mi dispero quando vedo cattiverie e cerco di ammonire chi le fa, ma di ritorno ricevo insulti, certo li devo digerire ma a volte, sono veramente indigesti e reagisco con altrettante offese. Ammiro i Santi, loro sono già sicuri d’essere in Paradiso, io li prego ma continuo a peccare oltre le sette volte al giorno, cosi almeno si dice: che il Santo pecca fino a sette volte al di. Le imprecazioni mi sfuggono di continuo prima che io cerchi di trattenere la parolaccia. Quindi dici bene Papa Francesco di pensare di entrare nel regno di Gesù, io spero di raggiungere almeno il portone dell’ingresso, poi se c’è qualche Angelo che mi da una bella e forte spinta, forse si che ci riuscirò ad entrare, poi una volta dentro gli dirò anche grazie. Termino con un ciao a presto
Bom dia e sua benção Papa francisco.
Obrigada pelos ensinamentos e reflexão,ser criatura
obediente ao silenciar meu coração para Jesus entrar e realizar
suas obras,ser ovelha em meio aos lobos,evangelizando com Ações
e atitudes através da minha vida,fazer o bem ao irmão que nada tem
é ser atuante na Igreja viva de Cristo, nós seus eleitos.
aos irmãos que não tem coma pagar isto para mim é deixar cristo agir
através de minhas mãos e Ações concretas,Ide ao mundo e pregai o evangelho a todas criaturas,assim como vós amo praticai a caridade e o amor .Amém Abraços
Da quanto tempo Papa Francesco sta insistendo sui Pastori alla ricerca e all’accoglimenza delle pecorelle……sullo spellarsi vivi in litigi e scontri…….sulla vigna che ha prodotto acini acerbi…………. La Chiesa apre, non chiude le porte……….La cultura dell’incontro e del dialogo può evitare disastri e sofferenze inutili……..Dà scandalo quando la Casa di Dio diventa una casa di affari….. sacerdoti “untuosi”…..ecc…ecc…
Eppure TANTI se lo fanno scivolare, fingendo che sia sempre rivolto ad altri.
per molti scivola… e come scivola.
Se così non fosse, a che pro l’omelia di Papa Francesco?