La luce è un segno visibile e simbolico della speranza cristiana, un segno che sa trasmettere ragioni di vita alle generazioni future. Con queste parole Papa Francesco ha aperto l’Udienza Generale, la prima dopo la pausa estiva di luglio.
La riflessione del Santo Padre è partita dall’usanza, antica come non mai, di costruire le chiese orientate verso Est e di entrare nelle stesse da una porta aperta verso Ovest, nonché di camminare nella navata verso Oriente. Tutti questi, ha spiegato Francesco, sono allegorie che messe assieme vogliono significare una cosa sola: come le tenebre vengano vinte dalla prima luce del giorno, e quindi il richiamo di tutti questi simboli è a Cristo, “Sole sorto dall’alto orizzonte del mondo”.
Oggi giorno tuttavia abbiamo perso la sensibilità di raffrontare la nostra vita alle dinamiche che regolano il cosmo. Ma se c’è una domanda che gli esseri umani si continueranno a porre, quella è: “Che cosa significa essere cristiani?”.
Francesco ha così risposto: “Essere cristiani vuol dire guardare alla luce, continuare a professare la fede nella luce, anche quando il mondo attorno è avvolto dalla notte e dalle tenebre. I cristiani conoscono bene le tenebre perché non vivono mica fuori dal mondo, però la grazia di Gesù ricevuta mediante il Battesimo ha permesso loro di essere uomini e donne che sanno orientarsi”.
I cristiani, proprio per via di questa grazia divina, non credono nell’oscurità, ma guardano al chiarore del giorno: “Loro – ha aggiunto il Papa – non soccombono alla notte, ma sperano nell’aurora; non sono sconfitti dalla morte, ma anelano alla risurrezione; non sono piegati dal male, perché confidano sempre nelle infinite possibilità del bene”.
I cristiani insomma credono che Dio Padre è la luce, confidano nel ruolo dello Spirito Santo che opera senza sosta per il bene di noi tutti e credono nella speranza. “Crediamo che ogni affetto, ogni amicizia, ogni desiderio, ogni amore, avranno compimento in Dio: questa è la forza che ci spinge ad abbracciare entusiasti la vita di tutti i giorni!”.
caro Papa FRancesco,
condivido appieno che dal battesimo nascono non solo aurore ma auree luminose piene di amore
La speranza in Dio luce che ama e fa’ luce su tutto e tutti mi permette di continuare nel cammino aperta e non chiusa dalla sofferenza.—Ieri ascoltavo una donna che alle cattiverie dei parenti piu’ prossimi aveva deciso di chiudersi e rendere “pan per focaccia”, o occhio per occhio dente per dente.—cosa si risolve? cosa si produce?
ognuno di noi rifletta su questo! — allora lasciamoci avvolgere da questa incoraggiante spiegazione esortazione del nostro Pontefice, viviamola, cerchiamo la luce, apriamoci al dialogo, al confronto, al coraggio di cambiare affinche’ la “luce” entri in ognuno di noi , avvenga una bellissima aurora per un lungo giorno di luce per tutti.