Maria, Madre della Chiesa per volontà di Gesù, è la discepola per eccellenza, colei che indica il percorso e, come ha fatto per gli Apostoli quando li “rincuorò gli Apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo, che li trasformò in coraggiosi araldi del Vangelo“, anche a noi oggi ella insegna ad essere discepoli.
Con queste parole, Papa Francesco, durante la Veglia di Preghiera del Giubileo Mariano, celebratasi in piazza San Pietro, ha indicato in Maria una maestra straordinaria che indica a ogni cristiano cosa vuol dire essere discepoli: il suo primo atto, ha infatti spiegato il Vescovo di Roma durante la propria omelia, è stato porsi in ascolto di Dio nell’annuncio dell’Angelo.
Tuttavia al discepolo non è chiesto solo di ascoltare, ma di trasformare l’ascolto “il discepolo, infatti, mette la sua vita al servizio del Vangelo“, ha chiarito il Papa. Così vediamo Maria che subito si reca da Elisabetta per aiutarla nella gravidanza; da alla luce il Figlio di Dio; sta sotto la Croce e diviene Madre della Chiesa; dopo la Risurrezione rincuora gli Apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo.
Maria, dunque, ci insegna con il suo stesso esempio come la vera sequela non sia solo ascoltare, seguire, ma soprattutto agire: “nella sua fede, vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio – ha detto Papa Francesco – nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore. In ognuno di questi momenti, Maria esprime la ricchezza della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità quotidiane”.
Infine, nuovamente, il Vescovo di Roma ha invitato a pregare per mezzo del Rosario, una preghiera che “è, per molti aspetti, la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia”.
Infatti, ha concluso Papa Francesco, “il Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita, al contrario ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo tra noi, nel servizio ai fratelli e nell’evangelizzazione“.