Che tipo di terreno siamo per la Parola di Dio? E’ questa la domanda che Papa Francesco rivolge ai giovani riuniti nella veglia di preghiera nel lungomare di Copacabana. Tenendo a mente la parabola del seminatore, il Pontefice riflette sul fatto che affinché il seme, che é la Parola, germogli e cresca é necessario cada sulla terra.
In ognuno di noi sono presenti sassi e rovi che impediscono al seme di toccare la terra e mettere radici. Gesù non ci chiede di liberare totalmente il nostro campo da sassi e rovi, dice Papa Francesco, basta un pezzetto.
“No, Padre, io non sono terra buona, sono una calamità, sono pieno di sassi, di spine, di tutto”. Sì, può darsi che questo sia nella superficie, ma libera un pezzetto, un piccolo pezzo di terra buona, e lascia che cada lì e vedrai come germoglierà.”
Una volta che la Parola di Dio é entrata nel nostro cuore a poco a poco prenderemo coscienza di essere membri della “squadra di Cristo”, dei veri e propri “atleti di Cristo“. E come ogni atleta saremo chiamati ad allenarci costantemente per essere in forma, per affrontare le varie situazioni che la vita ci propone ed essere testimoni della nostra fede in Cristo. Il premio per il nostro allenamento sarà la possibilità di una vita feconda, di una vita felice nonché un futuro con Gesù che non avrà fine, nella vita eterna. Questo é quello che ci offre Gesù. Il nostro allenamento sarà dunque il dialogo costante con Cristo, nella preghiera.
E allenati nella Parola di Dio ci renderemo conto quindi che non siamo soli, che siamo membri di un qualcosa di più grande che é la Chiesa. Diventeremo dunque elementi che sorreggono la Chiesa di Gesù, vere e proprie pietre. Ognuno di noi sarà un mattone di questa Chiesa, elemento indispensabile poiché la mancanza anche solo di un mattone lascia che l’acqua si infiltri all’interno della Chiesa.
Non ci rimane dunque che iniziare a costruire questa nuova Chiesa, ma da dove iniziare questa opera? Prendendo spunto dalle parole di madre Teresa di Calcutta Papa Francesco risponde “da tu e da me“. Il cambiamento necessario per creare la Chiesa di Gesù inizia sempre dal nostro cuore Siamo noi quella Chiesa, quindi “Ciascuno apra il suo cuore perché Gesù gli dica da dove iniziare.“
L’uomo, appena adulto, comincia a chiedersi qual è il senso della propria esistenza.
I sapienti e gli scettici sono ancora alla ricerca di una risposta. Ma per i credenti Gesù stesso ha indicato la via da seguire: “Maestro, qual è il precetto più grande della legge?”. Egli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei precetti. Ma il secondo è simile ad esso: Amerai il prossimo tuo come te stesso”.
Le parole di Matteo non lasciano dubbi: non si può amare Dio senza amare il proprio fratello. Ma l’amore esige impegno e sacrificio. Se ciascuno di noi non è disposto a perdonare, a comprendere, ad aiutare chi si trova in difficoltà ogni altra cosa risulta vana. Anche una piccola buona azione al giorno, una sola parola di conforto per chi soffre nella solitudine darà i suoi frutti per l’eternità.
Sarà Gesù, sostiene Papa Francesco, a suggerirci da dove cominciare se apriamo il nostro cuore. Egli non ci obbliga a fare gli eroi, ma ci esorta ad essere semplici e generosi almeno per quanto ci è possibile.
Domenico Caruso – S. Martino di Taurianova (R.C.)
Quanta umiltà richiede essere dei cristiani autentici. Ti richiede di fare un passo indietro, di cancellare i rancori, le invidie e ipocrisie; di perdonare, di vivere il più possibile secondo il Vangelo e secondo i Comandamenti. Ogni giorno è un cammino introspettivo, ed ogni volta che si ricommette lo stesso errore, chiedere perdono ricordandosi di mettere sempre Dio nella tua giornata. Il buon esempio per noi cristiani è il fulcro essenziale per poter imparare. Grazie Santo Padre.