Nel corso della omelia di oggi nella Cappella di Casa Santa Marta, Papa Francesco è tornato a parlare dell’importanza del “primo amore“, del mantenere sempre viva la memoria del primo giorno in cui abbiamo incontrato il Signore: “mai perdere la memoria del primo amore” per non ridursi ad essere “cristiani tiepidi“.
Commentando la Lettera agli Ebrei (Eb 10, 32-39), il Pontefice, come già aveva fatto nel , ha ribadito ai presenti quanto sia importante continuamente richiamare alla memoria il nostro primo incontro con Gesù: “la memoria è tanto importante per ricordare la grazia ricevuta, – ha detto – perché se noi cacciamo via questo entusiasmo che viene dalla memoria del primo amore, questo entusiasmo che viene dal primo amore, viene quel pericolo tanto grande per i cristiani: il tepore. I cristiani ‘tiepidi’“.
Già nelle passate omelie Papa Francesco aveva spiegato come , non sia gradito a Cristo: i tiepidi, infatti, si dicono “cristiani, ma hanno perso la memoria del primo amore. E, sì, hanno perso l’entusiasmo. – ha aggiunto il Santo Padre – Anche, hanno perso la pazienza, quel ‘tollerare’ le cose della vita con lo spirito dell’amore di Gesù; quel ‘tollerare’, quel ‘portare sulle spalle’ le difficoltà… I cristiani tiepidi, poverini, sono in grave pericolo“.
Come fare, dunque, per non convertirsi in “cristiani tiepidi“: usando due strumenti che ogni cristiano ha a disposizione, la memoria e la speranza. “Richiamare la memoria per non perdere quella esperienza tanto bella del primo amore, che alimenta la speranza. – ha spiegato Bergoglio – Tante volte è buia, la speranza, ma va avanti. Crede, va, perché sa che la speranza non delude, per trovare Gesù“.
Al contrario, ci troveremmo a camminare per la stessa strada di quei cristiani tiepidi che “hanno perso la memoria del primo amore e non hanno la speranza“: sono “cristiani a metà cammino, cristiani falliti in questa strada verso l’incontro con Gesù“.
In un momento in cui viviamo a contatto con persone che provengono da altre religioni come i mussulmani , sono rammaricato di dire che oggi alcuni cristiani ignorano la configurazione del nostro Dio. Il nostro Dio come rilevato da Gesù Cristo si configura nella Trinità , tre persone come una famiglia in cui si alimentano affetti, sentimenti ed Amore. Di questo Amore poi si vuole condividerlo con l’uomo al fine di valorizzarlo per proiettarlo nell’eternità , e su questo si basa il progetto di Dio, armato di una Misericordia Infinita. Al contrario il Dio dei Mussulmano viene configurato dal Corano come un Dio unico che non vive l’amore ma considera l’uomo come suddito, è partiggiano solo con i mussulmani e castiga tutti gli altri. Penso che per questa nostra tiepidezza alcuni cristiani sono stati abbagliati dalle convinzioni mussulmane e sono addiritura andati ad arruolarsi nelle file dell’Isis èd operare grandi delitti in nome di Allah.
Um grande abraço Sr Papa Francisco. Que nunca falte a fé em Cristo Jesus
que jamais a esperança seja esquecida em nossos corações,que o
Espirito santo nós conduza na sabedoria de Deus, de mãos dadas com
a justiça, o amor fraterno, e unidos numa nesma comunhão. Amém sua benção Paz
Si dice “Il primo amore non si scorda mai”…ma questo ricordo meraviglioso, che ha la capacità di rinnovarci spiritualmente, non dobbiamo rintanarlo nella “cantina” dei ricordi, dove nascondiamo tanti ricordi inutili…ma tenerlo ben presente nell’anima….e quindi? come possiamo rivivere quella gioia?…non dimenticandoci di dare “vita” alla nostra anima…di ricordarci della sua esistenza e…aprendo quella porticina, daremo libero sfogo a quell’incantevole , speciale, “primo amore”…per riviverlo infinite volte nella nostra esistenza…fino ad essere “ubriachi d’amore”…accanto al nostro adorato Gesù! Buona giornata, caro Santo Padre –
In questo periodo, in cui cè difficoltà di vita di qualsiasi genere, è facile tornare indietro,perchè scoraggiati,questo scoraggiamento porta facilmente, l’uomo nell’entusiasmo e nell’amore verso Dio, c’è lo ricorda Cristo nella Sua parabola del seminatore.
Io credo che lunico modo che qusto possa accadere, è essere sempre pronti a donarsi a Lui, utilizzando i mezzi che Gesù stesso ci ha dato cioè pregare, con la preghiera costante, la confessione costante e le opere di carità da sviluppare maggiormante, nell’ ambito della propria vocazione, la Chiesa ti fatto e ti fa vedere, con le opere meravigliose compiuti da tutti i nostri Santi Patroni.
Sì Santo Padre. E la speranza torna – in questa società che scambia rabbie e delusioni per cui si auto fomenta – con il rapporto umano che condivide l’amore come lei continua a ripeterci, con il sorriso fra esseri umani, rispettando ogni differenza. E per far questo è importante fermarsi nell’attimo felice, perchè anche un nanoattimo c’è, e saperlo cogliere e godere cominciando da quando siamo soli. Altro che parlar di soldi soldi e soldi, lo ‘sterco del diavolo’ come dicevano secoli fa…
Quando si impara a cogliere l’attimo felice Gesù è già con noi e l’anima si apre allo Spirito divino. Forse i ‘poverini’ non sanno respirare a fondo e fermarsi a guardare una nuvoletta in cielo…non hanno avuto una parola tenera, si sono chiusi in aridi schemi dimenticando Dio. Che dispiacere, sì.