Da Piazza San Pietro Papa Francesco nel suo Angelus incentrato su Matteo 10, 26-33, esorta i fedeli a non avere paura.
Nel Vangelo preso in esame oggi Gesù parla ai suoi discepoli avvisandoli che arriveranno tempi duri e dovranno affrontare molte prove, a volte veramente difficili da comprendere e sopportare.
E ne evidenzia tre in particolare, come spiega il pontefice. La prima è rappresentata da “ l‘ostilità di quanti vorrebbero zittire la Parola di Dio, edulcorandola, annacquandola, o mettendo a tacere chi la annuncia. In questo caso, Gesù incoraggia gli Apostoli a diffondere il messaggio di salvezza che Lui ha loro affidato.” Non farsi mettere a tacere quindi, ma annunciare pubblicamente il messaggio che ci ha lasciato Gesù dando testimonianza dell’amore del Padre.
La seconda avversità è “la minaccia fisica contro di loro, cioè la persecuzione diretta contro le loro persone, fino all’uccisione.” In ogni tempo in effetti i cristiani hanno dovuto subire terribili persecuzioni, spesso torturati e uccisi per via del loro credo ma, fa notare il Papa “a questi discepoli di ieri e di oggi che patiscono la persecuzione, Gesù raccomanda: Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima”.
Infine la terza prova che molti di noi hanno sperimentato almeno una volta nella vita “che Dio stesso li abbia abbandonati, restando distante e silenzioso”. Ma non è così, questa la rassicurazione di Francesco “la vita dei discepoli è saldamente nelle mani di Dio, che ci ama e ci custodisce.”
Non dobbiamo avere paura quindi di continuare a credere e amare Dio, confidando in Lui. “La sola paura che il discepolo deve avere è quella di perdere questo dono divino, la vicinanza, l’amicizia con Dio, rinunciando a vivere secondo il Vangelo e procurandosi così la morte morale, che è l’effetto del peccato.”