Nel suo congedo in Egitto, Papa Francesco ha incontrato il clero, i religiosi e i seminaristi. A loro ha detto di essere “seminatori di speranza e costruttori di ponti”, tanto più in un periodo così delicato come quello che stiamo attraversando. “Noi veneriamo la Santa Croce, strumento e segno della nostra salvezza. Chi scappa dalla Croce scappa dalla Risurrezione”.
Il Santo Padre si è detto consapevole di come oggi sia difficile predicare il Vangelo, poiché il terrorismo è ancora molto presente. Tuttavia, questa deve essere considerata una sfida da affrontare con forza, una sfida che non deve permettere alla negatività e allo scoraggiamento di prendere il sopravvento: “Voi siate positivi, siate luce e sale di questa società; siate il locomotore che traina il treno, diritto verso la meta. Siate seminatori di speranza, costruttori di ponti e operatori di dialogo e concordia”.
Francesco ha poi elencato una serie di tentazioni a cui i consacrati devono resistere. Prima su tutte, quella che li induce a lasciarsi trascinare e a non guidare. “Ma il buon pastore ha il dovere di guidare il regge, di condurlo all’erba fresca e alla fonte di acqua. Non può farsi trascinare dalla delusione e dal pessimismo”.
Dopo di che è importante non lamentarsi continuamente, magari per sottolineare mancanze altrui, condizioni difficili o scarse possibilità, poiché “il consacrato è colui che con l’unzione dello Spirito trasforma ogni ostacolo in opportunità, e non ogni difficoltà in scusa!”. “Chi si lamenta – ha detto il Papa – è in realtà uno che ha voglia di lavorare”.
Attenzione però, perché guidare il gregge non significa lasciarsi prendere dal narcisismo, o meglio, dal “faraoinismo”: i consacrati devono guardarsi bene dal sentirsi al di sopra degli altri! Rifuggire all’individualismo e all’egoismo è fondamentale per poter camminare al fianco di Dio. “Il consacrato perde la propria identità e inizia a non essere né carne né pesce quando cammina senza meta, senza una bussola. Il consacrato che cammina pensando a sé stesso più che agli altri vive con un cuore diviso tra Dio e la mondanità e dimentica il suo primo amore”.
Con questi insegnamenti, i sacerdoti “possono essere luce e sale, ragione di salvezza per credenti e non, e specialmente per gli ultimi, i bisognosi, gli abbandonati e gli scartati”.
Grazie Santo Padre, chi meglio di Te sta’ dimostrando con la propria vita questa bella verita’ evangelica.——Prego che lo Spirito Santo illumini menti e cuori per—- dire + piu’ azione, fare, ognuno di noi, riconoscere quanto sta’ “vivendo” Papa Francesco, ma piu’ che dirGLI bravo, che ha Lui non serve, dire; in quanto possiamo noi—–FACCIAMO COME LUI CI FA’ VEDERE DI FARE.