Prosegue, tramite l’approfondimento sulla lettera ai Galati, la meditazione circa la vera fede, e all’Udienza odierna si pone il punto sul momento in cui diventiamo figli di Dio.
Non tutti ci pensano, ma il momento esatto è quello del nostro battesimo, una data che quasi nessuno ricorda, eppure così importante! “Paolo sottolinea che la fede in Gesù Cristo ci ha permesso di diventare realmente figli di Dio e anche suoi eredi.”
Il passaggio importante, quello che fa la differenza, è quel ‘in Cristo’. “Tutti gli uomini e donne siamo figli di Dio, tutti, qualsiasi sia la religione che abbiamo. No. Ma ‘in Cristo’ è quello che fa la differenza nei cristiani, e questo soltanto avviene nella partecipazione alla redenzione di Cristo e in noi nel sacramento del battesimo, così incomincia. Gesù è diventato nostro fratello, e con la sua morte e risurrezione ci ha riconciliati con il Padre.”
Ecco perché spesso San Paolo parla del battesimo nelle sue varie lettere; secondo lui “quanti lo ricevono vengono trasformati nel profondo, nell’essere più intimo, e possiedono una vita nuova, appunto quella che permette di rivolgersi a Dio e invocarlo con il nome di ‘Abbà’, cioè ‘papà’.
E in quanto suoi figli diventiamo tutti uguali, senza più distinzioni di razza, religione, sesso o ceto sociale, una rivoluzione allora, ma che ancora oggi bisognerebbe ricordare, poiché anche ai nostri tempi ci sono troppe disuguaglianze, “uomo e donna hanno la stessa dignità, e c’è nella storia, anche oggi, una schiavitù delle donne: le donne non hanno le stesse opportunità degli uomini.” Non ci devono essere differenze tra i figli di Dio, “le differenze e i contrasti che creano separazione non dovrebbero avere dimora presso i credenti in Cristo[…] Ciò che conta è la fede che opera seguendo il cammino dell’unità indicato dallo Spirito Santo. E la nostra responsabilità è camminare decisamente su questa strada dell’uguaglianza, […] che è stata fatta dalla redenzione di Gesù.”