Si riflette all’Angelus sulle cose veramente importanti alle quali bisogna prestare la nostra attenzione, quelle che restano per sempre, quelle che riguardano Dio.
Lo stesso Gesù avverte che “il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo”, (Mc 13,24-25) in un tempo indefinito insomma tutto quello che conosciamo passerà, nulla è eterno, ma, continua “il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno.” Con il suo discorso Gesù non vuole certo spaventarci, ma indicare cosa sia realmente importante e duraturo. “È un messaggio per noi, per orientarci nelle nostre scelte importanti della vita, per orientarci su che cosa conviene investire la vita. Su ciò che è transitorio o sulle parole del Signore, che rimangono per sempre?”
Ovviamente siamo tentati e attratti dalle cose che vediamo e ci danno piacere immediato, le cose del mondo, “mentre le parole del Signore, pur belle, vanno oltre l’immediato e richiedono pazienza.” Non ne vediamo subito i risultati, quindi per noi è difficile seguire quella strada.
Altra domanda su cui concentrarci, prosegue il Pontefice, è quale sia il cuore della Parola. A questo risponde San Paolo: “’La carità non avrà mai fine’ (1 Cor 13,8), dice San Paolo, cioè l’amore. Chi fa il bene investe per l’eternità. Quando vediamo una persona generosa e servizievole, mite, paziente, che non è invidiosa, non chiacchiera, non si vanta, non si gonfia di orgoglio, non manca di rispetto (1 Cor 13,4-7), questa è una persona che costruisce il Cielo in terra.” Tutto quello che fa, anche senza visibilità, “non andrà perduto. Perché il bene non va mai perduto, il bene rimane per sempre.”
E nei momenti di difficoltà, quando non sappiamo che strada seguire, immaginiamoci davanti a Gesù alla fine della vita; questo ci aiuterà. “Così dobbiamo decidere: sempre guardando l’eternità, guardando Gesù.”