Nella mattinata di oggi, durante gli Esercizi Spirituali 2016, padre Ermes Ronchi ha messo al centro della propria meditazione il passo evangelico dell’adultera perdonata da Gesù: questo brano, ignorato per molti secoli dalle comunità cristiane, ci mostra il vero volto di Dio, che è quello che vedremo sulla croce, “un Dio nudo, in croce, che perdona” e non “Dio giudice e punitore“.
L’uomo è propenso a credere in “un Dio che condanna e si vendica, giustificando la violenza” piuttosto che in un Dio misericordioso. L’adultera, al centro del brano del Vangelo, non ha un nome, ella “rappresenta tutti” in quanto ogni persona, nella propria vita, cade in errore così come ognuno di noi sente la tentazione di essere giudice degli altri, un giudice che, al posto di perdonare, lapida chi sbaglia nella convinzione così di salvare la verità.
Gesù, invece, ci mette con le spalle al muro e ci obbliga a gettare la maschera dell’ipocristia: è così che il giudizio contro l’adultera si trasforma in “un boomerang contro l’ipocrisia dei giudici“, ha spiegato padre Ronchi: “Nessuno può gettare la pietra, la scaglierebbe contro se stesso. Dove c’è misericordia“, ha commentato il predicatore citando S. Ambrogio, “lì c’è Dio; dove c’è rigore e severità forse ci sono i ministri di Dio ma Dio non c’è“.
Gesù rompe le logiche umane e, a duemila anni di distanza, continua a scandalizzare anche noi che facciamo fatica a comprendere la vera dimensione dell’amore di Dio: “Va e d’ora in poi non peccare più“, sono le parole che Gesù rivolge alla donna, parole che bastano a cambiare una vita. Il perdono di Dio non è buonismo ma “rimettere in cammino una vita“, poiché nel giudizio di Dio “il bene possibile domani conta più del male ieri“. Ciò che sta dietro non importa più. È il futuro ora a contare.
Il male lo conosciamo perchè è quotidianamente dilagante e spesso ci tocca personalmente, senza alcuna colpa DA PARTE NOSTRA o ravvedimento per chi lo procura.
Nessuno mette in dubbio chi fa del bene.
Ma basta con le prediche e si proceda con la concretezza e con l’esempio, che non sempre edifica, costruisce e rafforza fede.
MA BASTA!!!
La compasión, la humildad, el perdón, es necesario para entender a Dios. Dios quiere a TODOS. Su entendimiento hacia sus hijos es infinito como su ser. Todos los hijos del mundo aprenden de su padre al igual que con humildad en el corazón, El Padre aprende de sus hijos y así podemos intentar comprender los enigmas del amor del Creador hacia nosotros. Y cómo una mente superior a todos como la de Dios no va evolucionar, evoluciona el mundo, el universo, nosotros, Y Dios No? El Creador de Tanta maravilla también evoluciona. Dios Sabe, nos conoce, y a veces lo sorprendemos.Dios da a cada uno lo que necesita para su evolución y cuando ve la Bondad en los ojos de alguien siente la grandeza del ser humano en su pensamiento. Pues Él es el creador de lo que pienso.
Celia Iniesta
Facciamo fatica a credere nell’amore gratuito di DIO e di chi per SUA grazia, lo fa circolare. Guardiamo con sospetto, ci difendiamo dall’amore, ne abbiamo paura, perché? perché non lo conosciamo in tutte le sue manifestazioni, e non ci impegniamo neanche a conoscerlo….Pero’ il male e fare del male, lo conosciamo benissimo, e’ nei telegiornali del ragazzo torturato e ucciso perché si “gode” a fare del male e la curiosita’ di vedere che emozione da’ uccidere. Tutti giovani.—-Riflettiamo tutti su questo bruttissimo vissuto di quei giovani, di quello che stanno vivendo le loro famiglie, non culliamoci nel ” a me non capitera’ mai”, sicuramente a questo pensavano le persone coinvolte in questo atroce evento di sofferenza.—-Ivana Barbonetti.