Il vangelo preso in esame all’Angelus oggi è quello di Marco 1-1,8 nel quale, come introduce Papa Francesco, si inizia a parlare di Giovanni Battista.
L’opera del Battista, spiega, mostra l’importanza della conversione. E cos’è la conversione ? “ Convertirsi significa rivolgersi dal male al bene, dal peccato all’amore di Dio. E questo è quello che insegnava il Battista. ”
E’ un cambiamento, è cambiare anche il modo di pensare. Quindi l’immersione nel Giordano, che costituiva il Battesimo, era solo un segno esterno “inutile se non c’era la disponibilità a pentirsi e cambiare vita.” Però “ per escludere il peccato, bisogna rifiutare anche tutto ciò che è legato ad esso,[…] e cioè bisogna rifiutare la mentalità mondana, la stima eccessiva delle comodità, la stima eccessiva del piacere, del benessere, delle ricchezze. ”
Tutto il cammino della conversione ci porta verso la “ ricerca di Dio e del suo regno ”. Abbandonare la mondanità non significa però dedicarsi ad una vita ascetica, spiega il Pontefice, “ è finalizzato al conseguimento di qualcosa di più grande, cioè il regno di Dio, la comunione con Dio, l’amicizia con Dio. ”
Ovviamente questo non è facile, siamo legati alle cose terrene che ci tengono vicini al peccato come “ l’incostanza, lo scoraggiamento, la malizia, gli ambienti nocivi, i cattivi esempi. ” Tutto questo ci scoraggia e a volte sembra impossibile avvicinarsi a Dio, troppo difficile!
Ma è possibile, continua Bergoglio. “Quando ti viene questo pensiero di scoraggiarti, non rimanere lì, perché questo è […] la sabbia mobile di un’esistenza mediocre. La mediocrità è questo. ”
E’ quindi importante ricordarsi di chiedere la grazia della conversione a Dio “ chiedere a Dio con forza, chiedere a Dio che Lui ci converta, che davvero noi possiamo convertirci, nella misura in cui ci apriamo alla bellezza, alla bontà, alla tenerezza di Dio. ”
Basta iniziare a camminare e il Signore certamente arriverà.