Lo Spirito Santo, il “”, come lo ha definito nei giorni scorsi Papa Francesco, è stato il protagonista della omelia del Pontefice in occasione della , primo evento liturgico del pellegrinaggio del Santo Padre in Terra Santa, per il cinquantesimo anniversario dell’incontro a Gerusalemme tra Papa Paolo VI e il Patriarca Atenagora.
Il messaggio che il Pontefice ha voluto porre come leitmotif del pellegrinaggio stesso è “Ut unum Sint” ovvero “perché siano una sola cosa“, parole tratte dalla stessa preghiera sacerdotale di Gesù, secondo l’evangelista Giovanni. “La missione dello Spirito Santo – ha detto il Santo Padre durante la sua riflessione – è di generare armonia – Egli stesso è armonia – e di operare la pace nei differenti contesti e tra i soggetti diversi“.
Si comprende dunque come la pace tra i popoli e l’armonia tra i cristiani siano strettamente collegate tra loro: “la diversità di persone e di pensiero non deve provocare rifiuto e ostacoli, perché la varietà è sempre arricchimento – ha ulteriormente chiarito il Pontefice – Pertanto, oggi, invochiamo con cuore ardente lo Spirito Santo, chiedendogli di preparare la strada della pace e dell’unità” allo stesso modo in cui lo Spirito Santo preparò Gesù “alla sua missione di salvezza; missione caratterizzata dallo stile del Servo umile e mite, pronto alla condivisione e alla donazione totale di sé“.
E come lo Spirito Santo prepara unità e pace? Attraverso l’unzione: Lo Spirito Santo “ha unto interiormente Gesù” e ha fatto lo stesso con “i discepoli, perché abbiano gli stessi sentimenti di Gesù“. È proprio grazie all’unzione dello Spirito Santo che si possono “assumere nella vita atteggiamenti che favoriscono la pace e la comunione“. Anche oggi “con l’unzione dello Spirito, la nostra umanità viene segnata dalla santità di Gesù Cristo – ha aggiunto Bergoglio – e ci rende capaci di amare i fratelli con lo stesso amore con cui Dio ci ama“.
Questo dono di amare gli altri come Dio ci ama ci porta ci rende “messaggeri e testimoni di pace“, inviati nel mondo allo stesso modo in cui “Gesù è l’Inviato, pieno dello Spirito del Padre“.
“Il mondo ha bisogno di noi come messaggeri di pace, come testimoni di pace! – ha affermato il Vescovo di Roma – È una necessità che ha il mondo… La pace non si può comperare, non si vende. La pace è un dono che va ricercato pazientemente e costruito “artigianalmente” mediante gesti piccoli e grandi che coinvolgono la nostra vita quotidiana. Il cammino della pace si consolida se riconosciamo che tutti facciamo parte del genere umano e abbiamo lo stesso sangue; se non dimentichiamo di avere un unico Padre nel cielo – ha quindi concluso Papa Francesco – e di essere tutti suoi figli, fatti a sua immagine e somiglianza“.
Santo Padre Francesco, ho bisogno di chiarire in me alcuni concetti e chiedo il Suo aiuto per differenziare e capire che cosa Lei intende per gesti ‘grandi’ che “riconoscano che tutti facciamo parte del genere umano e abbiamo lo stesso sangue e un unico Padre nel Cielo.” Ho allargato automaticamente questa sua frase ai diversi popoli e alle immigrazioni. L’uomo occidentale, e non solo, combatte per mantenere il suo equilibrio in una società contorta, lavora tanto su di sé per capire chi è e per avere il conforto dei codici di appartenenza, qualunque essi siano. Per appartenere e condividere la sua identità, preziosa per vivere. Secoli di storia creano le identità sociali e culturali. Bisogna dunque trovare un cammino della pace che tranquillizzi rispetto alla perdita delle identità e che compensi questa paura. E’ un cammino difficile per l’essere umano compensare col Cielo nel cuore, la perdita di quanto di terreno ha ottenuto (e non parlo di soldi) e dà ordine alla sua vita. Vorrei fare mio e condividere il Suo pensiero rispetto a questo tema. Grazie Santo Padre
Cada vez mais desejo esta verdade[CRISTO] poder através da ação do
Espirito Santo ser mensageira e portadora da Paz em comunhão com Cristo testemunhando com gesto e atitudes a todos meus irmãos em Cristo Jesus.Amém
Obrigada [Papa Francisco] por me confiar Abraços.
Bisogna dialogare e far capire che il rispetto tra le religioni e importante
Alla fine c’e solo un spirito e Dio !!! Dio e il segno della pace dove ci porta a essere umani non vandali .Papa Francesco io prego per te sei grande .Il mondo a bisogno di capire che senza la fede in Dio non c’e pace . Grazie Papa Francesco sei il Grande …abbiamo bisogno di te .
Lo Spirito Santo. Si e’ sempre fatto sentire. ……quante preghiere per invocarlo …….!quella che mi ripeto ogni tanto e’ ”,,,Veni Creator Spiritus mentes tuorum visita. ”Cantandola mi penetra nell’intimo ……….invita ad una grande elevazione ogni pensiero. E dona pace e serenita’…….
Molti sacerdoti duvulgano la devozione anche allo Spirito Santo ed e’ bello sentire che Papa Francesco lo menziona continuamente ……..
Carissimo Papa Francesco,
sono d’accordo sul fatto della pace. Ma a quanto sembra l’uomo non è mai stato in grado di gestire la pace. Oggi che si vive una vita all’insegna dell’apparire più che dell’essere, della corsa contro il tempo divenendo nemico così inconsapevole dell’uomo stesso. Affinché non cambiano le coscienze poco o nulla può davvero cambiare in meglio per l’umanità. Per questo l’uomo deve riappropriarsi della sua identità distorta dalle illusioni e dalle apparenze. Questo dovrebbe concetto averlo già letto nel racconto che ho scritto io e che Le ho inviato molto tempo fa. Gradirei almeno un cenno se lo ha visto o cestinato.
Intanto sperando fare cosa gradita posto questa mia poesia sul tema da Lei trattato.
TEMPI MODERNI
Tempi tenebrosi d’anime e di corpi,
intelletti e ragioni elusi,
rilevanti peccati mortali di un’umanità che si dà Fuoco.
Somma di odierni giorni.
Progresso, potenze, armi,
creatività del mondo moderno,
frutto dell’imperfezione antica.
Ma… se MADRE NATURA
si vergognasse dei suoi figli e si aprissero i suoli,
espandessero i mari e
si aprissero i cieli,
quale progresso ed onori
avrebbe da presentarle l’umanità
in cambio della SALVEZZA?
Se… non ci inviteremo
al disarmo… al dialogo…alla fraternità… alla pace…
alla VOLONTA’ controllata?
Franca Fasolato Cordialità
Caro Papa Francesco ho fatto sia la prima comunione e Cresima a dieci
anni. Voglio raccontare cosa mi accade: ero in un collegio di suore essendo orfana di padre. Passai tutta la notte a pregare la mia madre celeste pregandola che nel giorno più bello della mia vita , mia madre e i miei parenti venissero alla mia festa. Mi sorprese suor Adalgisa tirandomi un cuscino e mi disse mettilo sotto le ginocchia, per me era una mamma . Ritorno alla cerimonia il Vescovo si accorse che non solo avevo parenti e tanto meno la madrina: chiesa ad una signora se voleva mettere la sua mano sulla mia spalla, per diventare la mia madrina; si tirò indietro come se avessi una malattia contagiosa, rimasi molto ferita da quel gesto: ma ecco che la mia maestra di pianoforte Rossetta che io adoravo, disse:”sono io la madrina di Nella”. Che gioia ero al colmo della felicità, sono stata con lei tutto il giorno. Compresi che la mia Madre Celeste mi aveva esaudito, la felicità di quel giorno dura ancora oggi anche tra mille travagli, e persecuzioni. Ancora oggi vedere ragazzi che ricevono il Crisma della Spirito Santo la mia emozione non ha confini. Credo che ancora oggi anche se indegnamente lo Spirito Santo no mi ha più lasciata.