Il vero pastore sa congedarsi dalla sua Chiesa, perché sa di non essere il centro della storia, ma un uomo libero che ha servito la propria missione senza alcun compromesso. Al centro dell’omelia fatta dal Papa questa mattina, durante la Messa a Casa Santa Marta, si è definito l’identikit del buon pastore.
“Tutti noi pastori prima o poi dobbiamo congedarci. Arriva un momento in cui il Signore ci dice: vai da un’altra parte, vai di là, va di qua, vieni da me. E uno dei passi che deve fare un pastore è anche prepararsi al congedo. Il pastore che non impara a congedarsi è perché ha qualche legame non buono con il gregge, un legame non puro”.
Quali sono allora i tre atteggiamenti che dovrebbe tenere ogni pastore? Innanzitutto non deve mai tirarsi indietro, perché “una delle cose che darà pace al pastore, quando si congeda, è ricordarsi che non è mai stato un pastore di compromessi, che non è mai stato un uomo che si è tirato indietro. E ci vuole coraggio per fare questo”.
Il secondo punto è il cammino: ogni pastore deve mettersi in cammino anche quando non sa cosa accadrà lungo questa sua avventura. A lui basti sapere che accanto a sé ci sarà sempre lo Spirito Santo, perché per il resto non dovrà farsi troppe domande: lasciando il cuore aperto alla voce di Dio, il pastore saprà affrontare questa sua missione con più coraggio e fiducia.
Per finire c’è il terzo punto. Paolo dice a questo proposito: “Non ritengo in nessun modo preziosa la mia vita, non è il centro della storia, della storia grande o della storia piccola”. Francesco ha quindi chiamato in causa un detto popolare per rendere l’idea di come il pastore non debba ritenersi il centro di tutto: “Come si vive si muore, come si vive ci si congeda”.
“Con questo esempio tanto bello – ha aggiunto il Santo Padre – preghiamo per i pastori, per i parroci, per i vescovi, per il Papa, perché la loro sia una vita senza compromessi, in cammino, e una vita dove loro non si credano al centro della storia. Una vita da cui imparino a congedarsi. Preghiamo quindi per i nostri pastori”.
Da tanto tempo prego per i “pastori” della chiesa, avendo capito la loro umanita’, avendo capito a che “sublime” chiamata sono stati “chiamati”!——ora prego anche per i laici che vogliono fare attivita’ dentro la chiesa, prego che comprendiamo che anche noi siamo stati chiamati, se diciamo si abbiamo le stesse condizioni umane e di responsabilita’ dei nostri pastori, il servire DIO affinche’ il Suo Regno non sia troppo! ” di la da venire”