Nel giorno in cui la Chiesa celebra la Ascensione del Signore, Papa Francesco ha messo al centro della propria riflessione durante la il tema delle lacrime: anche Gesù, ha ricordato il Pontefice, ha pianto alla morte del suo amico Lazzaro e così facendo ci ha insegnato a nostra volta a piangere e a trasformare il nostro pianto in una invocazione a Dio, una preghiera che invoca pietà, compassione e consolazione.
Tutti “abbiamo bisogno di misericordia, della consolazione che viene dal Signore. – ha proseguito Bergoglio – Tutti ne abbiamo bisogno; è la nostra povertà ma anche la nostra grandezza: invocare la consolazione di Dio che con la sua tenerezza viene ad asciugare le lacrime sul nostro volto“.
Ogni giorno, infatti, ogni istante vengono versate molte lacrime nel mondo, “una diversa dall’altra; e insieme formano come un oceano di desolazione, che invoca pietà, compassione, consolazione. – ha detto il Papa – Le più amare sono quelle provocate dalla malvagità umana: le lacrime di chi si è visto strappare violentemente una persona cara; lacrime di nonni, di mamme e papà, di bambini“.
Le lacrime diventano la risposta in tutti quei casi nei quali ci sentiamo “disorientati, confusi” e la “mente si riempie di domande”: laddove “la ragione da sola non è capace di fare luce nell’intimo, di cogliere il dolore che proviamo e fornire la risposta che attendiamo. – ha aggiunto – In questi momenti, abbiamo più bisogno delle ragioni del cuore, le uniche in grado di farci comprendere il mistero che circonda la nostra solitudine“.
“Nei momenti di tristezza, nella sofferenza della malattia, nell’angoscia della persecuzione e nel dolore del lutto – ha quindi commentato il Papa facendo riferimento al brano evangelico di Giovanni che racconta di quando Gesù si commosse vedendo piangere Maria per la morte del fratello Lazzaro, noi – non siamo soli, perché Gesù sa cosa significa piangere per la perdita di una persona amata“.
“Il pianto di Gesù è l’antidoto contro l’indifferenza per la sofferenza dei miei fratelli. Quel pianto insegna a fare mio il dolore degli altri, a rendermi partecipe del disagio e della sofferenza di quanti vivono nelle situazioni più dolorose. – ha quindi spiegato il Vescovo di Roma – Mi scuote per farmi percepire la tristezza e la disperazione di quanti si sono visti perfino sottrarre il corpo dei loro cari, e non hanno più neppure un luogo dove poter trovare consolazione. Il pianto di Gesù non può rimanere senza risposta da parte di chi crede in Lui“
E la risposta è consolare gli altri così come Gesù ci consola, ha concluso Francesco, perché “la forza dell’amore trasforma la sofferenza nella certezza della vittoria di Cristo e nostra con Lui, e nella speranza che un giorno saremo di nuovo insieme e contempleremo per sempre il volto della Trinità Santissima, eterna sorgente della vita e dell’amore“.
Santo Padre, ho pianto tanto nella mia vita, ricordo quando dal dolore non ero riuscita a trattenere le lacrime davanti alla persona che mi aveva dato quel dolore, mi guardava con indifferenza, come chiedendomi cosa volevo. Chiedendo ripetutamente perché? a Dio, come consigliasti Tu, ho compreso il significato del cuore di pietra, da allora prego Gesu’ che trasformi quel cuore di pietra, Lui lo promise, vi mandero’ il consolatore che trasformera’ i vostri cuori di pietra,ogni tanto esploro se quel cuore ha iniziato a sciogliersi, ancora tante lacrime, mi consola che sento che queste lacrime non sono sprecate, sempre piu’ prego per le persone che hanno quel tipo di cuore fiduciosa in Gesu’, non comprendo i Suoi tempi cosi lunghi, ma li rispetto e aspetto.—Ivana Barbonetti.
***!!!!!……*…commossa.. e strana, provo una gioia di cui non ho ricordo,che mi entra nel cuore nonostante le tante lacrime,di tanti…..io mi sento cosi’ * E’notte tarda, ma non per il bene con cui DIO ti copre mentre dormi e quando ti svegli***il tuo giorno sia tanto bello**tanto*
Isabella