Nell’udienza generale del 13 novembre 2019 il Santo Padre ha letto gli Atti degli Apostoli, soffermandosi sul brano che parla dell’evangelizzazione infaticabile di Paolo, che giunge a Corinto e trova ospitalità presso , due sposi giudei. Questi erano forestieri proprio come Paolo, perché il decreto emanato dall’imperatore Claudio li aveva costretti a lasciare Roma e a trasferirsi.
Il Pontefice prende spunto da questo brano per parlare delle persecuzioni che hanno caratterizzato la storia del mondo – il Santo Padre ha parlato degli ebrei, un popolo che nella storia ha sofferto molto – e che continuano ad essere presenti anche nella civiltà odierna.
La casa dei due sposi giudei del brano viene definita dal Papa come il luogo perfetto in cui può essere mostrata e messa in atto “l’arte cristiana dell’ospitalità”. Ciascun fedele dovrebbe essere pronto a “fare spazio” e a mettersi al servizio degli altri – anche se questi sono forestieri – e dovrebbe condurre una vita con il “cuore pieno di fede in Dio”.
La dimora di Priscilla e Aquila si trasforma dunque in una “domus ecclesiae”, ovvero nella casa della Chiesa, luogo in cui viene professata la parola del Signore ed in cui avviene anche la celebrazione dell’Eucarestia, un luogo che accoglie coloro che vogliono ringraziare Dio.
Il Pontefice si sofferma sul fatto che sebbene i tempi siano molti cambiati dal periodo in cui è avvenuto questo episodio, ancora oggi nel mondo ci sono delle zone in cui i cristiani sono perseguitati e non possono professare liberamente la loro fede, ritrovandosi costretti a radunarsi nelle case e a doversi nascondere per pregare il Signore.
Il Santo Padre prende la coppia di sposi giudei come modello per tutte le moderne famiglie: i fedeli dovrebbero dare il massimo per professare la parola del Signore – trasformando la loro casa in una Chiesa domestica – e per dimostrare quotidianamente la loro fede, impegnandosi ad accogliere tutti, anche i forestieri.
1 pensato per “Il Pontefice alle coppie cristiane: siate una Chiesa domestica”