L’annuncio del Vangelo va fatto con estrema umiltà, vincendo la tentazione della superbia. E’ l’esortazione fatta da Papa Francesco questa mattina, nella consueta Messa a Casa Santa Marta.
Il Papa, nella giornata in cui si celebra San Marco evangelista, ha ribadito la necessità per i cristiani di annunciare la Parola e ha sottolineato che un predicatore che si ritiene tale debba camminare sempre, e non rinchiudersi o fermarsi per starsene al sicuro. Gesù, del resto, ai suoi discepoli ha dato una missione precisa: annunciare il Vangelo uscendo da Gerusalemme, e proclamare quindi la Buona Notizia a quante più persone. “Il Vangelo – ha fatto notare il Papa – si proclama sempre in cammino, mai seduti, sempre in cammino”.
Occorre quindi “uscire dove Gesù non è conosciuto o dove Gesù è perseguitato, oppure dove Gesù è sfigurato, per proclamare quello che è il vero Vangelo”. Uscire per annunciare, però, implica che la vita del predicatore sia in pericolo, perché non esistono mica delle “assicurazioni sulla vita” per i predicatori. Ma è proprio qui il punto, poiché se un predicatore vuole un’assicurazione sulla vita, significa allora che non è un vero predicatore.
Ma come si deve fare questo annuncio? “San Pietro è tanto chiaro nella descrizione di questo: il Vangelo va annunciato con umiltà, perché il Figlio di Dio si è umiliato, si è annientato. Lo stile di Dio è questo”. Non ce n’è un’altro. “L’annuncio del Vangelo – ha aggiunto il Papa – non è un carnevale né una festa”.
Questa umiltà e questo tentativo di combattere la superbia è non solo importante, ma proprio fondamentale. “L’annuncio del Vangelo subisce la tentazione del potere, della superbia e della mondanità” e questo porta i predicatori a recitare, più che a predicare. Bisogna quindi stare attenti a queste degenerazioni, tanto è vero che lo stesso Pietro dice “Vigilatevi, vigilate, vigilate, il vostro nemico ruggisce come un leone e va in giro cercando chi divorare. Resistetegli nella vostra fede, sapendo che le stesse sofferenze sono imposte ai vostri fratelli sparsi per il mondo”.
L’annuncio del Vangelo, quando è vero, subisce la tentazione: quando la tentazione del diavolo non c’è, significa che il predicatore sta annunciando “una cosa che non serve”.
Bongiorno care fratelli & sorelle: Mi sembra humilemente che Il nostro Dio non non ama la soberbia ma che Lui molto atenzione a tutti che ai un coure humile per fare che Il suo Evangelio sia detto a tutti le paesi nel mondo giusto a la fine del tempo. Amén
Santo Padre ieri ho avuto la gioia di un sano dialogo di confronto con un sacerdote giovane, ho ribadito l’importanza della unita’ di tutti noi, di vigilare l’uno su l’altro non per controllarci, giudicarci,
ma aiutarci quando andiamo “fuori strada”, con amore fraterno per crescere insieme.—–Ho potuto appurare che satana divide per sguazzare, uniti nella preghiera nel dialogo, nell’aiuto reciproco, non “sguazza”.———Prego che riusciamo a vivere quella canzone che cita; EVITIAMO DI DIVIDERCI TRA NOI, VIA LE LOTTE MALIGNE, (volere posti di comando o primeggiare nel pensare che cosi serviamo il Signore in Chiesa, rivaleggiando tra di noi)