“Se tu vuoi avere un problema, vai per la strada di conoscere Gesù. Non uno, tanti ne avrai!” con queste parole di Papa Francesco abbiamo riassunto l’omelia del 26 settembre. Nelle riflessioni mattutine del 27 settembre in Santa Marta il Pontefice sembra voler completare quel messaggio ripartendo dallo stesso per terminare dicendoci che proprio nella gioia e nella pazienza con la quale il cristiano sopporta le umiliazioni vi è l’indice di bontà della sua sequela.
Seguire il cammino di Gesù porta problemi, così come quel cammino portò problemi a Gesù stesso che venne umiliato fino alla morte. Il cammino del cristiano, la vista stessa del vero cristiano passa anche per l’umiliazione. Questa non è una parte eventuale, un qualcosa che può esserci o anche no: l’umiliazione, lo scandalo della croce devono essere presenti per poter camminare nella strada di Cristo. Altrimenti dice Papa Francesco saremo “come quel giovane che era ricco: voleva andare con Gesù, ma fino ad un certo punto.”
Il cristiano invece deve seguire Gesù nel calvario, deve ricevere “l’unzione della croce, l’unzione dell’umiliazione”. Questa è dunque la misura di quanto siamo cristiani, questa è – dice Papa Francesco – “la verifica della nostra realtà cristiana: sono un cristiano della cultura del benessere? Sono un cristiano che accompagna il Signore fino alla croce? Il segno è la capacità di portare le umiliazioni”.
Chi non segue Gesù sulla croce, chi non prova le umiliazioni è sì un cristiano, perché come dice il Papa “abbiamo la Chiesa, abbiamo Gesù Cristo, i Sacramenti, la Madonna, tutto, un bel lavoro per il Regno di Dio” ma lo è solo in apparenza, è un cristiano della cultura del benessere, di quelli che pensano e vogliono le cose facili senza sostanza, senza verità.
Invece, come ci ha più volte detto Papa Francesco finora, per ultimo proprio ieri, “ognuno deve fare la sua scelta”. La via di Gesù chiede scelte definitive, scelte forti. Per questo “la verifica se un cristiano è un cristiano davvero è la sua capacità di portare con gioia e con pazienza le umiliazioni”.
papa francesco ha ragione, la sofferenza non piace a nessuno, il il 5 giugno ho perso mio padre, sapevo che sarebbe successo un giorno, ma ancora non mi pare vero,speriamo che con il tempo questo dolore si cambierà in attenuazione.grazie papa francesco.
Mi dispiace molto…un giorno avrai la tua consolazione
Cara Annunziata, ti sono vicina perché ho conosciuto questo dolore, non una, ma ben quattro volte. Certo posso dire che la prima volta mi sembrava tutto surreale…anche se subito dopo mi sono dovuta rendere conto che questo accade immancabilmente a tutti, prima o poi. Devi confidare in Dio, lasciando libera l’anima del tuo papà, perché possa seguire il suo cammino verso Dio. Ti mando un forte abbraccio, anche se al momento non è sufficiente a placare quello che senti nel cuore.
Certo che la sofferenza non piace a nessuno, ma quando ci viene addosso all’improvviso e non siamo ancora preparati ad affrontarle, non è proprio facile saperla affrontare! Allora, proprio in quel momento ci rivolgiamo a Gesù e lo preghiamo perché ci insegni come dobbiamo fare. Lui ci illuminerà sempre, anche quando sembra che non lo stia facendo, magari ci accorgiamo che qualche cosa è cambiato e migliorato. A me è capitato veramente.
E’ vero : so che adesso è arrivato il momento della mia piccola/grande sofferenza .
Confido di avere il sostegno di Gesu’ in ogni istante più o meno difficile.
Lo so che c’è sempre anche chi sta peggio…..
Papa Francesco mi aiuta a guardare in alto e reggere la mia croce .
pope francis
Gesù confido in Te.
Ciao guagljù. 🙂
Conosco, nella mia vita, -ho settanta sette anni- la verità delle parole di Papa Francesco.