Dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, l’Udienza di oggi si apre con una domanda che forse qualcuno si sta ponendo in questi giorni di tragedia: dov’è Dio in questo momento? Perché non ci aiuta?
Il Pontefice pone l’accento su questi interrogativi “noi proiettiamo in Lui quello che siamo, alla massima potenza[…] Però il Vangelo ci dice che Dio non è così. […] ci è venuto incontro e proprio a Pasqua si è rivelato completamente. E dove si è rivelato completamente? Sulla croce.”
Ed è proprio il Crocifisso che dobbiamo guardare, e con l’ausilio del Vangelo capiremo che Dio “è Colui che non punta il dito contro qualcuno, neppure contro coloro che lo stanno crocifiggendo, ma spalanca le braccia a tutti; che non ci schiaccia con la sua gloria, ma si lascia spogliare per noi; che non ci ama a parole, ma ci dà la vita in silenzio; che non ci costringe, ma ci libera; che non ci tratta da estranei, ma prende su di sé il nostro male, prende su di sé i nostri peccati.”
E con l’avvicinarsi della Pasqua si rivela la sua vera natura, dai fatti raccontati nel Vangelo sappiamo che la folla, dopo averlo osannato, lo abbandona, perché si aspettava un Messia forte e invincibile e invece Gesù era l’opposto: “quando la gente vuole farlo re, ad esempio dopo la moltiplicazione dei pani, Egli se ne va ( Gv 6,15). E quando i diavoli vogliono rivelare la sua maestà divina, Egli li mette a tacere ( Mc 1,24-25). […] non vuole essere frainteso, non vuole che la gente confonda il Dio vero, che è amore umile, con un dio falso, un dio mondano che dà spettacolo e s’impone con la forza. Non è un idolo.”
E la Sua morte e resurrezione ci danno una speranza: “ha guarito il nostro peccato col suo perdono, ha fatto della morte un passaggio di vita, ha cambiato la nostra paura in fiducia.”
Dio è amore puro.