Non si può amare Dio senza amare anche il prossimo. Questo era uno dei punti importanti della omelia dell’altro, e Papa Francesco pare proprio ripartire da dove aveva lasciato il discorso per compiere un nuovo passo nel cammino verso il Signore.
“Se nel proprio cuore c’è qualcosa di negativo verso il fratello, c’è qualcosa che non funziona… Gesù con tutta la semplicità dice: ‘Non parlate male l’uno dell’altro. Non denigratevi. Non squalificatevi’. E ciò perché in fondo tutti stiamo camminando sulla stessa strada, tutti andiamo su quella strada che ci porterà alla fine.” dice ieri Papa Francesco.
Certo a parole é facile diciamo noi, ma poi viverlo davvero? E’ li la differenza! Perché la tentazione di scappare é sempre presente. A fronte di un passo avanti, si é tentati di fare tre passi indietro. Ma é normale questo, dice il Papa. Del resto “La legge dello Spirito ci fa liberi! Questa libertà ci dà un po’ di paura, perché abbiamo paura di confondere la libertà dello Spirito con un’altra libertà umana”. E’ dunque dalla paura di confondere il cammino che nasce la “tentazione di andare indietro”. Ma perché vogliamo andare indietro? Sempre Papa Francesco ci aiuta nella risposta: “perché siamo più ‘sicuri’ indietro”. Conosciamo il cammino già percorso e non ne abbiamo paura. Per questo preferiamo scappare indietro, tornare sui nostri passi piuttosto che andare avanti. Ma é qui che dobbiamo fare il nostro atto di fede, che altro non é che credere nel Signore poiché “la sicurezza piena è nello Spirito Santo che ti porta avanti, che di dà questa fiducia”.
Se vogliamo dunque andare verso Dio dobbiamo camminare in avanti su questo cammino comune. E proprio il fatto che dobbiamo camminare uniti ci fa capire meglio questo comandamento “Colui che maledice, afferma Gesù, merita l’inferno.”
Sembra piuttosto categorico, e lo é. Ma del resto non sarebbe possibile diversamente. Come potremmo infatti camminare uniti nel medesimo cammino quando il fratello a lato ci insulta e ci denigra? “Se uno non è capace di dominare la lingua, si perde e l’aggressività naturale, quella che ha avuto Caino con Abele, si ripete nell’arco della storia. Non è che siamo cattivi, siamo deboli e peccatori. Ecco perché è molto più semplice sistemare una situazione con un insulto, con una calunnia, con una diffamazione che sistemarla con le buone”.
Dunque il nostro essere deboli e peccatori ci porta a preferire l’insulto all’essere miti. “Pensiamo a Gesù quando gli danno lo schiaffo: che umiltà, che mitezza. Poteva insultare e invece ha fatto solo una domanda umile e mite.” Questo é l’esempio di Gesù, essere miti o come dice in maniera più esplicita Papa Francesco tenere a freno la lingua.
“Io vorrei chiedere al Signore che ci dia a tutti la grazia di fare attenzione maggiormente alla lingua, riguardo a quello che diciamo degli altri. E’ una piccola penitenza ma dà buoni frutti.”
Se riuscissimo a comportarci secondo le indicazioni di Papa Francesco risolveremmo ogni problema interpersonale. Significherebbe agire secondo ragione e non solo secondo fede, ma quasi sempre facciamo prevalere il nostro io, anche per paura di essere sottomessi dagli altri. ciò produce iii conflittii che ci rovinano la vita.
Agostino Arena
Queste parole sono veramente una manna dal cielo.Forse bisognerebbe vero pensare che si percorre tutti la stessa strada e così non dico non ci fossero più tante rivalità ma se non altro si limiterebbero! La corsa a chi ha fatto primo in che in cosa??Il Diavolo va di fretta io no cammino con calma e tranquillità’ a mano a mano con il Signore che mi indica la strada e così la posso anche distinguere. Baci Rosa