Prosegue il cammino di riflessione sulla figura di San Giuseppe, all’Udienza il tema preso in esame è il silenzio, la sua importanza in un epoca come la nostra dove sembra non esserci mai.
È singolare il fatto che Giuseppe non abbia mai parlato, non è riportata nei Vangeli una singola sua parola; significa forse che fosse muto? Affatto, “con questo suo silenzio, Giuseppe conferma quello che scrive Sant’Agostino: ‘Nella misura in cui cresce in noi la Parola – il Verbo fatto uomo – diminuiscono le parole’ ”. Il suo dunque “non è mutismo; è un silenzio pieno di ascolto, un silenzio operoso, un silenzio che fa emergere la sua grande interiorità.” Lo stesso Gesù ha ricercato spesso luoghi appartati per meditare e riflettere nel silenzio, invitando i suoi discepoli a fare altrettanto. E noi sappiamo ritirarci in noi stessi? Non è semplice, ma quando siamo nel silenzio possiamo ascoltare una Voce che ci parla, “quella dello Spirito Santo che abita in noi e che porta Gesù.”
A volte essa può essere sopraffatta da mille altre voci, “di preoccupazioni, tentazioni, desideri, speranze che ci abitano” ecco perché è importante allenarci al silenzio. “Senza la pratica del silenzio si ammala il nostro parlare. Esso, invece di far splendere la verità, può diventare un’arma pericolosa. Infatti le nostre parole possono diventare adulazione, vanagloria, bugia, maldicenza, calunnia.” Con le parole possiamo fare del male, anche, “questo è il motivo per cui dobbiamo imparare da Giuseppe a coltivare il silenzio: quello spazio di interiorità nelle nostre giornate in cui diamo la possibilità allo Spirito di rigenerarci, di consolarci, di correggerci.”
Non dobbiamo averne paura anzi, “il beneficio del cuore che ne avremo guarirà anche la nostra lingua, le nostre parole e soprattutto le nostre scelte.” Lo stesso Gesù avverte in Matteo 7,21: “Non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli.” Opere, non parole.
Santità Rev.ma, nel giorno del Suo compleanno Le porgo i miei più sinceri auguri, le mie preghiere per Lei sono sempre le stesse:”Signore e Maria date al Santo Padre tanta salute in modo che possa svolgere il suo lavoro di Pastore nel miglior modo possibile specialmente in questo mondo sconvolto dalla pandemia e dai gravosi problemi ambientali”. Spero che lo Spirito Santo Le indichi il cammino da percorrere come finora ha fatto egregiamente nelle Sue tante visite apostoliche. Grazie per le tante riflessioni sul Vangelo, predicando sempre la pace e l’amore fraterno tra tutti i popoli. Grazie per i Suoi consigli di morale cristiana che riescono a muovere le coscenze e lasciano meditare sui peccati commessi. La saluto cordialmente assicurandoLe la mia stima e la mia amicizia. Giovanni Gavini