Come il vitellino importuna la madre per avere il latte, così i fedeli non devono temere di importunare i sacerdoti per avere da questi “il latte della dottrina, il latte della grazia e il latte della guida” e allo stesso tempo i sacerdoti non si devono “stancare mai di essere misericordiosi” poiché “il Signore non è venuto a condannare ma a perdonare“. Così le due riflessioni che Papa Francesco ha riservato, nel corso della e del di oggi 11 maggio 2014, sono strettamente interconnesse l’una con l’altra.
Elemento comune a entrambe il modello relazionale che Gesù ha lasciato in eredità ai cristiani: quello del buon pastore. La figura del buon pastore non solo insegna ai sacerdoti come seguire il gregge, ma anche al popolo dei fedeli come relazionarsi con coloro che li aiutano nel cammino.
Così i pastori dovranno “indicare la strada e sostenere la speranza del popolo” e per fare questo “il pastore deve essere avanti a volte” mentre, continua Bergoglio, “altre volte starà in mezzo a tutti con la sua vicinanza misericordiosa, e in alcune circostanze dovrà camminare dietro al popolo, per aiutare coloro che sono rimasti indietro“.
Tuttavia il pastore non deve mai dimenticare che “solo il Risorto è il vero Pastore, che ci dà la vita in abbondanza” e per questo il loro ruolo non è quello di condannare il popolo, ma di aiutarlo, mai stancandosi di essere misericordiosi. Il Signore “non è venuto a condannare, ma a perdonare!” ha detto il Santo Padre ai nuovi presbiteri “e se viene in voi lo scrupolo di essere troppo “perdonatori”, pensate a quel santo prete del quale vi ho parlato – ha aggiunto il Vescovo di Roma – che andava davanti al Tabernacolo e diceva: “Signore, perdonami se ho perdonato troppo. Ma sei Tu che mi hai dato il cattivo esempio!” “.
Allo stesso modo il popolo deve essere un continuo sprone per i pastori, affinché siano buoni pastori, esattamente come “San Cesario d’Arles” che “paragona il Popolo di Dio ad un vitellino che ha fame – ha aggiunto Bergoglio – e vuole il latte dalla mucca, dalla madre, che però sembra come trattenerlo: e cosa fa il vitellino? Bussa col suo naso alla mammella della mucca, perché venga il latte“.
Bussate alla porta dei pastori e bussate incessantemente “al loro cuore, perché vi diano il latte della dottrina, il latte della grazia e il latte della guida“, si tratta proprio di – ha concluso Papa Francesco – “importunare i pastori, disturbare i pastori, a tutti noi pastori, perché noi diamo a voi il latte della grazia, della dottrina e della guida. Importunare!“.
Querido Papa Francisco. Podra Ud traducir en Español o sea castellano para entender sus palabras sus mensajes si Ud es de Nuestra Argentina gracias y bendiganos y q rl Sr lo colme de Bendiciones Amen
VENGO CON LA MUSICA. . . MA CI SARA’ TANTA GENTE,SPERO BENE!
CARO PAPA FRANCESCO SE BUSSO MI APRI?DOMENICA E’ SEMPRE DOMENICA. . .
Il gregge ha bisogno del pastore per non perdersi, per essere sempre spronato nell’evitare i pericoli sempre in agguato. L’uomo è debole, necessita di continua sorveglianza. Le tentazioni oggi sono molto più incombenti di ieri. I modelli sempre più spregiudicati.
Signore, aiutami
purtoppo i sacerdoti sono burocrati, chiusi nelle loro stanze, circondati dai loro fidelizzati, amanti dei riti in cui si compiacciono di apparire…parlo ovviamente della mia esperienza..il Signore non mi ha concesso di incontrare un “buon pastore” Papa Francesco insiste sul modo di essere dei sacerdoti ma cio’ che dice arriva alle loro orecchie e al loro cuore??
Grazie SIGNORE ! Perché ci dai Sollievo da quando sei Arrivato!