È il vero valore della fede il centro della meditazione all’Angelus, che prende spunto dal Vangelo di Marco 7,2-5 nel quale alcuni scribi e farisei appaiono scandalizzati da alcuni gesti di Gesù.
Essi “sono scandalizzati perché i suoi discepoli prendono cibo senza compiere prima le tradizionali abluzioni rituali– ma ciò avviene perché per Gesù- è importante riportare la fede al suo centro. Nel Vangelo lo vediamo continuamente: questo riportare la fede al centro. Ed evitare un rischio, che vale per quegli scribi come per noi: osservare formalità esterne mettendo in secondo piano il cuore della fede.” Ovvero assumere comportamenti che siano solo apparenza, come per far contento Dio, ma senza metterci davvero il cuore.
Gesù allora spiega alla folla che è ciò che viene da dentro al cuore a rendere impuro l’uomo, dal cuore possono nascere cose cattive, e “queste parole sono rivoluzionarie, perché nella mentalità di allora si pensava che certi cibi o contatti esterni rendessero impuri. Gesù ribalta la prospettiva: non fa male quello che viene da fuori, ma quello che nasce da dentro.” Ecco dunque il monito di Papa Francesco: anche noi tante volte incolpiamo gli altri per ciò che ci accade, “ma passare il tempo a incolpare gli altri è perdere tempo. Si diventa arrabbiati, acidi e si tiene Dio lontano dal cuore. Come quelle persone del Vangelo, che si lamentano, si scandalizzano, fanno polemica e non accolgono Gesù. Non si può essere veramente religiosi nella lamentela: la lamentela avvelena, ti porta alla rabbia, al risentimento e alla tristezza, quella del cuore, che chiude le porte a Dio.”
Cambiamo dunque atteggiamento e impariamo a dare le colpe a noi stessi senza lamentarci degli altri, accusiamo noi stessi per primi dei comportamenti sbagliati, come facevano i monaci, Padri della Chiesa, “perché c’è un modo infallibile per vincere il male: iniziare a sconfiggerlo dentro di sé.”