Finalmente lascia il Sudan Meriam, la giovane donna cristiana incatenata in un carcere sudanese assieme al figlio di 20 mesi per il solo fatto di essere cristiana e costretta a partorire la seconda figlia in carcere, senza assistenza sanitaria, in mancanza delle minime condizioni di igiene, e in catene.
La giovane era stata condannata a ricevere 100 frustrate per aver sposato un cristiano, condanna alla quale si aggiunse la condanna a morte per essersi dichiarata cristiana. Infatti Meriam era inizialmente stata condotta davanti alla giustizia con l’accusa di aver sposato un cristiano, essendo ella mussulmana. In tal modo avrebbe compiuto atto di apostasia, essendosi allontanata dall’Islam.
La giovane, invece di convertirsi nuovamente all’Islam per evitare le 100 frustrate, rispose al giudice “Io sono cristiana e non ho commesso apostasia“, firmando in questo modo la propria condanna a morte e la immediata carcerazione nelle prigioni del Sudan.
Assieme a lei venne incarcerato anche il piccolo figlio di 20 mesi e il fatto che la donna fosse incinta non venne minimamente considerato, anzi fu costretta a dare alla luce in condizioni durissime, letteralmente partorendo in catene, come riferisce il marito.
Solamente la mobilitazione internazionale originatasi per le proteste del marito le ha permesso di sfuggire alla sentenza di morte lo scorso 23 giugno. In tale data infatti il tribunale sudanese, riesaminando il caso, ne ha disposto la scarcerazione.
Ma in neppure 24 ore Meriam venne nuovamente fermata mentre, all’aeroporto, tentava di lasciare il Sudan verso gli Stati Uniti con la scusa di un “controllo dei documenti”. L’unica soluzione per uscire dal paese è stato dunque rifugiarsi all’ambasciata americana a Khartoum, fino a ricezione del passaporto americano che le è stato rilasciato in quanto sposa di un americano.
Appena lasciato il Sudan, Meriam si è subito recata a Roma, dove ha incontrato Papa Francesco, il quale la ha ringraziata per la “testimonianza di fede” e la “costanza“.
La storia di Meriam interroga la coscienza di ogni cristiano: saremmo capaci di una testimonianza di fede così forte da non negare la nostra fede a rischio della nostra propria vita?
Meriam sei molto coraggiosa!!! Che Dio benedica te e la tua famiglia!!!! Sei di grande esempio per tutti noi che siamo cristiani in modo molto superficiale!!! Grazie!!!
non c’è bisogno di commenti, i fatti parlano.
Grazie Meriam, prega anche per noi che abbiamo una fede così tiepida