I cristiani imparino ad amarsi prendendo esempio dal Signore. E’ l’appello che Papa Francesco ha lanciato questa mattina a Piazza San Pietro in occasione del Regina Caeli. Il Santo Padre si è detto consapevole del fatto che “amare non è facile né scontato”, ma è proprio questa la sfida più grande che ogni fedele è chiamato ad affrontare.
Francesco ha ricordato l’ultima cena quando Gesù ha promesso ai discepoli che, dopo di lui, tutti loro non sarebbero rimasti “orfani” perché avrebbero conosciuto prima o poi “un altro Paraclito”, “lo Spirito della verità”. Parole, queste, che trasmettono ancora oggi “la gioia di una nuova venuta di Cristo”. “In questo mistero di comunione, la Chiesa trova la fonte inesauribile della propria missione, che si realizza mediante l’amore”.
Quello stesso amore che ci fa conoscere Gesù e che ci permette di porre Dio al centro della nostra vita, nonché di dedicarci al servizio dei fratelli, specialmente quelli più bisognosi di consolazione e sostegno.
“Se c’è un atteggiamento che non è facile e non è scontato anche per una comunità cristiana, è proprio quello di sapersi amare, di volersi bene. A volte i contrasti, l’orgoglio, le invidie e le divisioni lasciano un segno anche sul volto bello della Chiesa. Una comunità di cristiani dovrebbe vivere nella carità del Signore, e invece è proprio lì che il maligno ci mette del suo e che i cristiani si lasciano ingannare”.
A fare le spese di questo atteggiamento sono soprattutto le persone più deboli dal punto di vista spirituale. Persone che si allontanano dalla fede perché nella fede non si sentono accolte, capite e amate: “Quante persone si sono allontanate per esempio da qualche parrocchia per via dell’ambiente di chiacchiericcio, di gelosie, di invidie che hanno trovato lì?”.
“Ma sentite questo eh! – ha messo in guardia il Papa -. Ogni giorno bisogna imparare l’arte di amare, ogni giorno si deve seguire con pazienza la scuola di Cristo, ogni giorno si deve perdonare e guardare Gesù, e questo lo si può fare con l’aiuto di un consolatore per eccellenza che Gesù stesso ci ha inviato: lo Spirito Santo”.
Quando abitavo a Roma, lavorando, approfittavo della Domenica per una intensa giornata di preghiera in posti particolarmente Mariani e silenziosi.—La Madonna delle tre Fontane, un “Santuario” immerso in un bellissimo parco, una meravigliosa via Crucis nel verde, Adorazione Perpetua—-immersa nella preghiera ne fui “risvegliata” da una donna molto alta e robusta che mi aggredi verbalmente con in mano delle cesoie, dimenticate dal giardiniere, la forza della preghiera mi fece affrontare freddamente la situazione, la donna destabilizzata dal mio comportamento, poso’ le cesoie e scappo’ nel parco rincorsa da persone intervenute nel frattempo. Io rilassandomi, iniziai a tremare dalla paura passata, una suora polacca mi soccorse, piangendo chiedevo perché non c’era pace neanche in quel luogo di preghiera! sono trascorsi 10 anni, ancora ricordo la risposta illuminante di quella suora;
dove puo’ andare satana a cercare adepiti?
dove si drogano? si ubriacano? fanno sesso inconsapevole?
sono gia’ suoi, li non serve!
e’ nelle chiese dove noi ci impegniamo con tutti i nostri peccati a cercare Dio, a servirlo che ci cerca, gli diamo fastidio e li crea tutti quei “contrattempi” per renderci rivali, nemici, DIVIDERCI, ricordiamolo quando la sorella o il fratello ci ostacolano, il rimedio e’ pregare subito, mentalmente un’Ave Maria, a Lei Dio ha dato il potere di schiacciare la testa a satana.—
E’ proprio così, il grande invidioso, il MALE vuole rubare la tanto agognata PACE. Ave Maria, Santa Maria, prega per noi peccatori FIGLI TUOI ora e per sempre.