La Messa del Crisma tenuta stamane nella Basilica di San Pietro ha visto nella sua omelia il messaggio centrale “l’ora dell’annuncio gioioso e l’ora della persecuzione e della Croce vanno insieme.”
Che vuol dire? La contraddizione che Gesù fa scaturire dai cuori, “la parola di Gesù ha il potere di far uscire alla luce ciò che uno porta nel cuore, che di solito è un miscuglio, come il grano e la zizzania. E questo provoca combattimento spirituale.”
Una scelta da compiere, che segue i pronunciamenti delle beatitudini, le quali non vennero accolte con favore ma anzi portarono all’odio verso Gesù, i cuori non erano pronti ad accogliere la sua parola, poiché “la luce mite della Parola genera chiarezza nei cuori ben disposti e confusione e rifiuto in quelli che non lo sono.”
Ogni “annuncio della Buona Notizia è legato misteriosamente alla persecuzione e alla Croce,-spiega Papa Francesco- la tenerezza del padre misericordioso attrae irresistibilmente il figlio prodigo perché ritorni a casa, ma suscita anche l’indignazione e il risentimento del figlio maggiore; la generosità del padrone della vigna è motivo di gratitudine per gli operai dell’ultima ora, ma è anche motivo di aspri commenti per i primi.”
Una croce presente nella vita di Gesù da prima che nascesse, ma, prosegue, “la Croce non dipende dalle circostanze. Le grandi croci dell’umanità e le piccole – diciamo così – croci nostre, di ognuno di noi non dipendono dalle circostanze,-e se- è vero che c’è qualcosa della Croce che è parte integrante della nostra condizione umana, del limite e della fragilità[…] è anche vero che c’è qualcosa di ciò che accade nella Croce che non è inerente alla nostra fragilità, bensì è il morso del serpente.”
Ecco dunque che dobbiamo chiedere “al Signore la grazia di trarre profitto da questi insegnamenti: c’è Croce nell’annuncio del Vangelo, è vero, ma è una Croce che salva. Pacificata con il Sangue di Gesù, è una Croce con la forza della vittoria di Cristo che sconfigge il male, che ci libera dal Maligno.”