La gioia è la cartina tornasole che permette di definire lo stato della fede di ogni credente: Papa Francesco durante l’omelia di oggi nella Santa Messa in Casa Santa Marta, prendendo spunto dalla Prima Lettura di oggi (Gn 17, 3-9), ha affermato che i dottori della Legge ai tempi di Gesù “avevano perso il senso della gioia, che soltanto viene dalla fede“.
Perdere la capacità di gioire è una delle tentazioni a cui i cristiani di oggi sono sottoposti: non è la prima volta che il Santo Padre espone questa sua preoccupazione invitando i cristiani a pregare per non trasformarsi in cristiani tiepidi, cristiani cupi e grigi.
Alla base della fede vi è proprio la gioia: “la gioia della promessa“, “la gioia della speranza“, “la gioia dell’alleanza“.”Il nostro padre Abramo è stato capace di gioire perché aveva fede“, ha quindi aggiunto Bergoglio. I dottori della Legge, invece, che vengono descritti nelle Letture del giorno “avevano perso la fede. Erano dottori della legge, ma senza fede“. E perdendo la fede alla fine avevano anche “perso la legge! Perché il centro della legge è l’amore, l’amore per Dio e per il prossimo“.
Quei dottori della legge avevano sostituito l’amore con “un sistema di dottrine precise e che precisavano ogni giorno in più che nessuno le toccasse” trasformandosi così in “uomini senza fede, senza legge, attaccati a dottrine che anche diventano un atteggiamento casistico“.
Solo in questo modo possiamo comprendere le domande che questi facevano a Gesù “si può pagare la tassa a Cesare, non si può? Questa donna, che è stata sposata sette volte, quando andrà in Cielo sarà sposa di quei sette? Questa casistica” che nel loro cuore aveva preso il posto dell’amore di Dio.
“Il loro mondo – ha dunque detto il Vescovo di Roma – era un mondo astratto, un mondo senza amore, un mondo senza speranza, un mondo senza fede, un mondo senza fiducia, un mondo senza Dio. E per questo non potevano gioire!“
“La gioia della fede, la gioia del Vangelo è la pietra di paragone della fede di una persona. – ha quindi concluso Papa Francesco – Senza gioia quella persona non è un vero credente“.
…è incredibile, caro Santo Padre: ho appena scritto un mio commento alla Sua omelia sull’andare a trovare gli ammalati…e, leggendo ora questa paginetta…mi sono accorta che Lei ha già risposto a quello che io Le ho scritto…Ecco cosa manca a quei dirigenti del volontariato negli ospedali: la gioia, la gioia della fede, la gioia che trasforma il farsi dono per gli altri, non in un semplice “lavoro”…ma in servizio “d’amore” e “per amore”…e così non può essere, se escludiamo la sorgente dell’amore stesso: il nostro Signore!!!
Che belle parole di incoraggiamento, io sono timoroso percui non gioisco molto… Anzi poco…
io prego per tornare a gioire ad essere serena e ritrovare la speranza della vera fede.Non finirò mai di ringraziare il Santo Padre per l aiuto che mi da facendomi riflettere ,prego con il convincimento che le mie preghiere un domani possano ridarmi quella gioia di vivere che mi ha accompagnato per tutto il tempo che ho vissuto. Grazie Santo Padre prego per te.
Santo Padre è stata sempre una iniezione di vita la gioia senza davvero tutto e cupo in un abbraccio ad un fratello sofferente o anche bisognoso