“«Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori» C’è tutto un progetto di vita, basato sulla misericordia in queste parole del Padre Nostro.” ha detto Papa Francesco nell’incontro con la cittadinanza di Isernia nella Piazza della Cattedrale per l’ al termine della
La perdonanza celestiniana, che da ormai 720 anni si celebra ad Aquila, prende questo nome dalla bolla di Papa Celestino V con la quale, anticipando quello che sarà il giubileo di Papa Bonifacio VIII, vengono rimessi i peccati a coloro che, tra i vespri del 28 agosto e quelli del 29 agosto, dopo aver ricevuto la confessione e la comunione, entreranno nella cattedrale tradizionalmente attraversando la Porta Santa o Porta della Divina Misericordia che viene aperta solo in questa occasione.
Questa occasione è stata di spunto per Papa Francesco per andare al cuore della manifestazione liturgico-religiosa: ovvero il perdono dei peccati e la misericordia di Dio. “La misericordia, l’indulgenza, la remissione dei debiti – ha commentato il Pontefice – non è solo qualcosa di devozionale, di intimo, un palliativo spirituale, una sorta di olio che ci aiuta ad essere più buoni, più soavi“
La “misericordia è profezia di un mondo nuovo” ha detto Bergoglio “in cui i beni della terra e del lavoro siano equamente distribuiti e nessuno sia privo del necessario, perché la condivisione e la solidarietà sono la conseguenza concreta della fraternità“.
La misericordia “non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi problemi“, ha ulteriormente spiegato il Vescovo di Roma, ma “è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore come forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di purificazione delle coscienze, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone al centro la persona, la famiglia, il lavoro piuttosto che il denaro e il profitto“.
“Siamo consapevoli che questa strada non è quella del mondo; non siamo dei sognatori, degli illusi, né vogliamo creare oasi fuori dal mondo. – ha quindi concluso Papa Francesco – Crediamo piuttosto che questa strada è quella buona per tutti, è la strada che veramente ci avvicina alla pace e alla giustizia“.
Che queste parole possano penetrare nelle coscienze delle persone,e non dell’individuo che questa società ha prodotto.Infatti la persona con la coscienza si accorge anche del peccato,l’individuo No!
Ho passato la maggioranza della mia vita senza provare rancore per nessuno. Sono rimasto sottomesso a tutti, nonostante le ingiustizie che subivo e che non potevo evitare, come se riconoscessi nella volontà altrui la volontà di Dio. Il dolore che mi facevano provare era così forte che non lo avvertivo, non ero consapevole del dolore che provavo, hanno fatto di tutto per rendermi cattivo ma non ci sono riusciti, ma quando mi hanno lasciato perdere perché hanno capito che ero più forte di loro (non per merito mio ma per merito di Cristo) ho percepito il dolore, il tradimento e la sofferenza più profonda. È stato allora che ho provato dei forti risentimenti, la rabbia che provavo e che non volevo era notevole, non avrei voluto ma mi sono vendicato. Avrei voluto perdonare ci ho provato con tutte le mie forze, ma non ci sono riuscuto (forse perché sono stato condizionato da alte persone, ma non ne sono sicuro). Però sapevo che prima o poi avrei perdonato, sapevo che prima o poi avrei ricevuto questa grazia che mi avrebbe rimesso il cuore in pace. Anno nuovo, vita nuova e a fine anno ho deciso di mettere fine al rancore che non ero riuscito a scalfire. Ci sono riuscito leggendo un’interpretazione del Padre nostro: ti offro le mie ferite in espiazione dei peccati di coloro che me le hanno procurate affinché tu li salvi. È stato bello, quella preghiera mi ha calmato e poi ho ricevuto la chiamata per Medugorje che mi ha cambiato la vita. Tuttavia a volte ho ancora qualche punta di amarezza per le brutture che ho subito, ma dato che mi passa con una dormita penso che sia un’amarezza psicologica. Non è stato facile perdonare quella mole di male che ho subito, probabilmente non ho perdonato completamente, non ho perdonato tutto. Sapevo che non era facile perdonare, ma sapevo anche che ci sarei riuscito. Nel frattempo non ho abbandonato la messa quotidiana, la condessione settimanale, i rosari quotidiani, le preghiere, le grazie ricevute, mentre l’unica cosa che mi pesava veramente erano le adorazioni eucaristiche, ma poi mi sono imposto che le dovevo fare e forse è da lì che ho cominciato a perdonare.
Grazie Papa! Sei la più bella Grazia che potevamo ricevere dallo Spirto Santo. Grazie di Cuore.
Il perdono,la misericordia e` dono di Dio, io da sola non sono capace di perdonare e anche se lo dico e` solo un flatus vocis, nel profondo deve arrivare Dio x cambiare il sentimento di rancore in sentimentto di amore, di pathos, di compassione e perdono. Ciao