Riflessioni di Papa Francesco

La Nascita di Gesù e l’Appello Accorato per la Pace

Nell’udienza generale di oggi, Papa Francesco ha proseguito il ciclo di catechesi in preparazione al Giubileo 2025, intitolato “Gesù Cristo nostra speranza”. L’argomento centrale è stato l’infanzia di Gesù, con particolare attenzione alla sua nascita e alla visita dei pastori.

Il Pontefice ha sottolineato come il Figlio di Dio sia entrato nella storia umana, facendosi compagno di viaggio dell’umanità sin dal grembo materno. Ha ricordato che, secondo l’evangelista Luca, Maria e Giuseppe si spostarono da Nazaret a Betlemme per il censimento indetto da Cesare Augusto, mostrando come Gesù si sia sottomesso alle leggi umane fin dalla nascita. «Il Messia tanto atteso, il Figlio del Dio altissimo, si lascia censire, cioè contare e registrare, come un qualunque cittadino», ha affermato il Papa.

Francesco ha poi evidenziato il significato del nome Betlemme, “casa del pane”, collegandolo a Gesù come “pane disceso dal cielo per saziare la fame del mondo”. Ha richiamato l’annuncio dell’angelo Gabriele che aveva preannunciato la nascita del Re messianico, ma ha sottolineato come Gesù sia nato in condizioni umili, “non in un palazzo reale, ma nel retro di una casa, nello spazio dove stanno gli animali”.

Il Papa ha messo in luce come i primi testimoni della nascita di Gesù siano stati i pastori, uomini semplici e marginalizzati dalla società, ma scelti da Dio per ricevere la più grande notizia della storia: «È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore» (Lc 2,11). Ha ricordato che “Dio non viene nel mondo con proclami altisonanti, ma inizia il suo viaggio nell’umiltà”, invitando i fedeli a riscoprire la meraviglia e la lode di fronte a Dio.

“Chiediamo anche noi la grazia di essere, come i pastori, capaci di stupore e di lode dinanzi a Dio, e capaci di custodire ciò che Lui ci ha affidato: i talenti, i carismi, la nostra vocazione e le persone che ci mette accanto”, ha esortato il Santo Padre.

Rivolgendo un saluto speciale ai pellegrini presenti, ha menzionato le parrocchie di Rapallo e Ponza, la scuola militare Tulié di Milano e gli alunni della scuola Marcello Candia di Seregno. Ha accolto con affetto i pellegrini di Alba Iulia, in Romania, accompagnati dal loro Arcivescovo.

Papa Francesco ha infine rivolto un accorato appello per la pace, ricordando i numerosi Paesi colpiti dalla guerra. “Preghiamo per la pace. Facciamo di tutto per la pace. Non dimenticatevi che la guerra è una sconfitta. Sempre. Noi non siamo nati per uccidere, ma per far crescere i popoli”, ha detto, citando in particolare la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar, il Nord Kivu e il Sud Sudan. “Per favore, nella vostra preghiera quotidiana, chiedete la pace. Facciamo penitenza per la pace”.

Il Pontefice ha concluso il suo intervento rivolgendo il pensiero ai giovani, agli ammalati, agli anziani e agli sposi novelli, ricordando la prossima festa dei Santi Cirillo e Metodio, primi diffusori della fede tra i popoli slavi. “La loro testimonianza vi aiuti ad essere anche voi apostoli del Vangelo, fermento di rinnovamento nella vita, personale, familiare e sociale”.

A tutti la mia benedizione!

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