La è stata la prima liturgia pubblica che ha dato inizio al Giubileo degli aderenti alla spiritualità della Divina Misericordia e che introduce alla Santa Messa di domani, che verrà celebrata nel giorno della Divina Misericordia, voluto da San Giovanni Paolo II: al centro delle preghiere della veglia di oggi i tanti cristiani che sono perseguitati, i bambini violati, i profughi ma anche la conversione dei cristiani prigionieri della mentalità mondana, la conversione dei seminatori di odio e dei violenti.
Durante il proprio intervento, Papa Francesco ha sottolineato come la misericordia di Dio sia una vero e proprio oceano, incontenibile e inarrestabile, tanto ce sono infiniti i modi in cui si rende visibile ai nostri occhi. “Dio non si stanca mai di esprimerla – ha aggiunto Bergoglio – noi non dovremmo mai abituarci a riceverla, ricercarla, e desiderarla! È qualcosa di sempre nuovo che provoca stupore e meraviglia nel vedere la grande fantasia creatrice di Dio quando ci viene incontro con il suo amore“.
La misericordia prima di tutto si manifesta per mezzo della vicinanza: “una vicinanza che si esprime e si manifesta principalmente come aiuto e protezione“, ha spiegato il Vescovo di Roma. Citando il profeta Osea, il Santo Padre ha invitato a pensare alla vicinanza di dio come “all’abbraccio di un papà e di una mamma con il loro bambino…Dio prende ciascuno di noi e ci solleva fino alla sua guancia. Quanta tenerezza contiene e quanto amore esprime!“
Perché è tanto importante comprendere appieno al misericordia di Dio? Perché “Gesù ci ha detto che dobbiamo essere “misericordiosi come il Padre” (cfr Lc 6,36)“, e questo non solo a parole, ma nei fatti. “Può essere facile parlare di misericordia, mentre è più impegnativo diventare concretamente dei testimoni“, ha aggiunto Francesco, “È questo un percorso che dura tutta la vita e non dovrebbe conoscere alcuna sosta“.
La misericordia di Dio, infatti, anche in virtù dei suoi tanti volti, che sono la vicinanza, la tenerezza, la compassione, la condivisione, la consolazione, il perdono, “non può essere tenuta nascosta né trattenuta solo per sé stessi“: “chi più ne riceve, più è chiamato a offrirla, a condividerla – ha spiegato il Papa – È qualcosa che brucia il cuore e lo provoca ad amare, riconoscendo il volto di Gesù Cristo soprattutto in chi è più lontano, debole, solo, confuso ed emarginato“.
“La misericordia non è ferma – ha ancora ricordato il Vescovo di Roma – va alla ricerca della pecora perduta, e quando la ritrova esprime una gioia contagiosa“, così anche oggi “la misericordia non può mai lasciarci tranquilli. È l’amore di Cristo che ci “inquieta” fino a quando non abbiamo raggiunto l’obiettivo; che ci spinge ad abbracciare e stringere a noi, a coinvolgere quanti hanno bisogno di misericordia per permettere che tutti siano riconciliati con il Padre“.
Infine, facendo riferimento al brano del Vangelo ascoltato durante la Veglia, Francesco ha sottolineato come “Tommaso era un testardo. Non aveva creduto. E ha trovato la fede proprio quando ha toccato le piaghe del Signore. Una fede che non è capace di mettersi nelle piaghe del Signore, non è fede! Una fede che non è capace di essere misericordiosa come sono segno di misericordia le piaghe del Signore, non è fede: è idea, è ideologia. La nostra fede è incarnata in un Dio che si è fatto carne, che si è fatto peccato, che è stato piagato per noi! Ma se noi vogliamo credere sul serio e avere la fede, dobbiamo avvicinarci e toccare quella piaga, accarezzare quella piaga e anche abbassare la testa e lasciare che gli altri accarezzino le nostre piaghe“.
***Grazie***…..come un accordo dove si aggiungono suoni meravigliosi,e sempre di piu’ si allarga,come… un abbraccio,dove ci vuole tutti dentro*****DIO*****
Buona notte e Bellissimo risveglio
Isabella
…di immersione nell’armonia…!!!