La giornata di domenica é stata interamente dedicata al tema della missione, quella di Gesù e quella che Lui ha lasciato ai discepoli. “Gesù é venuto a portare nel mondo l’amore di Dio”, ci dice Papa Francesco. E questo amore é consolazione, é tenerezza:
“Quando la mamma prende il bambino sulle ginocchia e la accarezza; così il Signore farà con noi e fa con noi. Questa è la cascata di tenerezza che ci dà tanta consolazione. «Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò»”
Questa tenerezza tuttavia non é solo per noi, é un qualcosa che così come lo riceviamo siamo chiamati a donarlo. Ogni cristiano, non solo i consacrati, é chiamato a essere portatore della tenerezza di Cristo. “Tutti devono essere missionari, tutti possono sentire quella chiamata di Gesù e andare avanti e annunciare il Regno!” Tuttavia, come spesso ci ricorda Papa Francesco, sperimentiamo paura difronte all’amore di Dio. La tentazione é quella di scappare e non quella di lasciarci avvolgere dal suo abbraccio. Ma se scappiamo, non saremo mai veri cristiani poiché non potremo essere portatori della sua tenerezza
“se non sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati da Lui, di essere amati da Lui. Questo è importante perché la nostra missione sia feconda: sentire la consolazione di Dio e trasmetterla! Io ho trovato alcune volte persone consacrate che hanno paura della consolazione di Dio, e… poveri, povere, si tormentano, perché hanno paura di questa tenerezza di Dio. Ma non abbiate paura. Non abbiate paura, il Signore è il Signore della consolazione, il Signore della tenerezza. Il Signore è padre e Lui dice che farà con noi come una mamma con il suo bambino, con la sua tenerezza. Non abbiate paura della consolazione del Signore.“
E’ un invito dunque rivolto ai fedeli e agli stessi membri della chiesa: lasciarsi amare per poter diventare portatori di amore, con coraggio e senza paura. Perché la missione che Gesù ci ha affidato é quella di portare il suo amore agli altri indipendentemente che gli altri lo accettino o meno. La nostra missione é quella di andare e trasmettere quanto riceviamo, senza misurare i risultati in termini di successi o insuccessi. Quello che conta é lasciarsi condurre dallo Spirito Santo.
Ho provato a chiudere gli occhi e immaginare l’abbraccio con Nostro Signore quando sarà il momento in cui verrà a riceverci ed ho pensato che un abbraccio così non l’hai avuto nemmeno dai tuoi genitori (con tutto l’amore che hanno per i propri figli). Deve essere qualcosa di impagabile, di sazietà nel corpo e soprattutto nello Spirito. Quando ho perso mia sorella (e oggi fanno solo due mesi) ho ricevuto un abbraccio meraviglioso da un Prete che mi ha vista crescere, che conservo sempre dentro di me: Don Bonifacio e che all’epoca era ancora seminarista…bene, lì ho immaginato l’abbraccio di Dio e il cuore si è aperto d’amore. Una dolcezza che non è di questa terra.
E che vuoi commentare.
Tuttalpiù: Caro papa Francesco, “ma … addo’ stive. Sei arrivato nu poco tardi da queste parti”. Mo’, staje cca’ e nun te lassamme cchiu’ “.
Ciao 🙂