Per l’Udienza Generale dal cortile di San Damaso Papa Francesco ha introdotto oggi l’argomento a tema Preparare il futuro insieme a Gesù che salva e guarisce proseguendo la catechesi Guarire il mondo.
Riassumendo i temi trattati nei precedenti incontri “abbiamo percorso le vie della dignità, della solidarietà e della sussidiarietà, vie indispensabili per promuovere la dignità umana e il bene comune. E come discepoli di Gesù, ci siamo proposti di seguire i suoi passi optando per i poveri, ripensando l’uso dei beni e prendendoci cura della casa comune” il Pontefice si è augurato che non rimangano queste solo parole, ma si traducano in gesti e azioni “tenendo fisso lo sguardo su Gesù […] che salva e guarisce il mondo.”
Mai più egoismo, allora, perché “siamo stati concepiti nel cuore di Dio. -Ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno di noi è amato, ciascuno è necessario-” citando l’enciclica Laudato Sì. Dobbiamo cambiare rotta, tornare ad una normalità che però non deve essere più quella di prima che era “malata di ingiustizie, disuguaglianze e degrado ambientale”, ma accostarci alla normalità del Regno di Dio, dove “il pane arriva a tutti e ne avanza, l’organizzazione sociale si basa sul contribuire, condividere e distribuire, non sul possedere, escludere e accumulare” in fondo, ricorda ancora una volta, “alla fine della vita non porteremo niente nell’altra vita!” .
Cambiamento, dunque, e mettere fine alle ingiustizie evidenziate dalla pandemia che “non sono naturali né inevitabili. Sono opera dell’uomo, provengono da un modello di crescita sganciato dai valori più profondi. Lo spreco del pasto avanzato: con quello spreco si può dare da mangiare a tutti. E ciò ha fatto perdere la speranza a molti ed ha aumentato l’incertezza e l’angoscia.”
Possiamo lavorare per una nuova società dove con tenerezza si guarda agli ultimi tenendoli nella stessa considerazione dei primi.