All’Angelus Papa Francesco ci invita a meditare sulle parole di Gesù riportate nel Vangelo di Luca 12,49, quando dice ai suoi discepoli “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso!” Di quale fuoco sta parlando? chiede il Santo Padre.
Se Gesù è venuto sulla terra per portare il Vangelo, evidentemente quel fuoco si riferisce alla Parola di Dio, “il Vangelo è come un fuoco, perché si tratta di un messaggio che, quando irrompe nella storia, brucia i vecchi equilibri del vivere, sfida a uscire dall’individualismo, sfida a vincere l’egoismo, sfida a passare dalla schiavitù del peccato e della morte alla vita nuova del Risorto, di Gesù risorto”. Tutto cambia, dove esso arriva.
E proprio come un fuoco, chi lo accoglie nel modo giusto sente ardere dentro di sé la voglia di avvicinarsi a Dio; il Vangelo è amore che arde nel nostro cuore, con l’aiuto dello Spirito Santo, che è fuoco vivo. “Gesù è acceso dal fuoco dell’amore di Dio e, per farlo divampare nel mondo, si spende in prima persona, amando fino alla fine, cioè fino alla morte e alla morte di croce. Egli è ricolmo di Spirito Santo, che è paragonato al fuoco, e con la sua luce e la sua forza svela il volto misericordioso di Dio”.
Le parole di Gesù ci invitano oggi a riaccendere la fiamma della fede, perché “la fede non è una ‘ninna nanna’ che ci culla per farci addormentare. La fede vera è un fuoco, un fuoco acceso per farci stare desti e operosi anche nella notte!” Per questo la raccomandazione finale di Francesco è sempre la stessa: leggete il Vangelo, meditate su di esso ogni giorno e diffondete la Parola di Dio chiedendo l’aiuto del fuoco dello Spirito Santo “perché ciascuno scopra la tenerezza del Padre e sperimenti la gioia di Gesù, che allarga il cuore – e Gesù allarga il cuore! – e fa bella la vita”.