Per la catechesi di questo mercoledì la preghiera vocale è il fulcro del discorso del Pontefice, una preghiera che è dialogo con Dio, fatta di parole che “sono nostre creature.”
Esse infatti “nascono dai sentimenti, ma esiste anche il cammino inverso: quello per cui le parole modellano i sentimenti. La Bibbia educa l’uomo a far sì che tutto venga alla luce della parola […] il dolore è pericoloso se rimane coperto, chiuso dentro di noi… Un dolore chiuso dentro di noi, che non può esprimersi o sfogarsi, può avvelenare l’anima; è mortale.”
L’importanza di saper pregare è insegnata anche dalle Sacre Scritture, che affermano che spesso anche le parole più dure sono utili poiché “se davanti alla violenza non esistessero le parole, per rendere inoffensivi i cattivi sentimenti, per incanalarli così che non nuocciano, il mondo ne sarebbe tutto quanto sommerso.”
E così “la prima preghiera umana è sempre una recita vocale– afferma Francesco- la preghiera del cuore è misteriosa e in certi momenti latita. La preghiera delle labbra, quella che si bisbiglia o che si recita in coro, è invece sempre disponibile, e necessaria come il lavoro manuale.” Lo stesso Catechismo afferma che essa “è una componente indispensabile della vita cristiana. Ai discepoli, attratti dalla preghiera silenziosa del loro Maestro, questi insegna una preghiera vocale: il Padre Nostro.”
Senza disprezzarla o considerarla una cosa da bambini o ignoranti, cercando al suo posto parole più profonde come la meditazione o la preghiera mentale; “non bisogna cadere nella superbia di disprezzare la preghiera vocale. È la preghiera dei semplici, quella che ci ha insegnato Gesù: Padre nostro, che sei nei cieli … Le parole che pronunciamo ci prendono per mano; […] risvegliano sentimenti di cui avevamo smarrito la memoria, e ci portano per mano verso l’esperienza di Dio.”
Il Padre Nostro è la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato, e le parole che la compongono sono quelle giuste da rivolgere a Dio.
Santo Padre
La supplico preghi per me affinché possa tornare a Roma ad ottobre
Amo Marco