La speranza cristiana non è un’idea, ma è Cristo risorto, e prende forma nella dolcezza e nella benevolenza di chi è in grado di perdonare. E’ quanto ha detto Papa Francesco all’Udienza Generale in Piazza San Pietro.
Il Papa, prendendo come spunto la Prima Lettera di San Pietro, ha affermato: “La nostra speranza non è un concetto, non è un sentimento, non è un telefonino, non è un cumulo di ricchezze! La nostra speranza è una Persona, è il Signore Gesù che riconosciamo vivo e che è presente in noi e nei nostri fratelli, perché Cristo è risorto”. Di questa speranza non si deve parlare a livello teorico, ma bisogna darne testimonianza in vita, da un punto di vista pratico, e farlo sia all’interno che all’esterno della comunità cristiana.
“Se Cristo è vivo dentro di noi, nel nostro cuore, allora dobbiamo permettergli di rendersi visibile e di agire in noi. Questo significa che Gesù deve diventare il nostro punto di riferimento: un modello di vita, un modello da cui dobbiamo imparare e trarre ispirazione per fare quello che faceva Lui”.
Tuttavia il Papa ha precisato che questa speranza può prendere corpo solo dove c’è dolcezza, rispetto e benevolenza verso il prossimo. Per questa ragione una persona che fa del male non può conoscere un dono tanto importante quale è appunto la speranza: “I mafiosi – ha detto Francesco – pensano che il male si possa vincere con il male, e così si vendicano e fanno le cose che noi sappiamo. Ma non sanno cosa sia l’umiltà, la misericordia e la mitezza. Perché? Perché loro non hanno speranza”.
San Pietro, ha ricordato il Papa, afferma che “è meglio soffrire operando il bene che facendo il male”. Questo non significa che è una bella cosa soffrire, ma che quando soffriamo per il bene siamo in comunione con il Signore, “che ha accettato di patire e di essere crocifisso per la nostra salvezza”. Quando noi uomini, nelle diverse situazioni di vita, accettiamo di soffrire per il bene, “è come se spargessimo semi di risurrezione e di vita”, come “se facessimo risplendere nell’oscurità la luce della Pasqua”.
Solo chi è in grado di sperare e di soffrire per il bene può schierarsi dalla parte dei più deboli, perché sa quanto sia importante non rispondere al male col male. Chi conosce questo insegnamento può rispondere col bene anche a quelli che gli augurano o gli fanno del male.
Credo anche se non capisco logicamente nel mistero della Croce, nella persona di Gesu’, mi impegno a conoscerlo frequentando la messa tutti i giorni, ascoltare la Parola e spiegazione, leggo anche i commenti nel Messalino, leggo sulla Messa del Papa i commenti al Vangelo, padre Cantalamessa negli esercizi spirituali al clero romano.–Mi informo per capire e conoscere, sento il bisogno di far conoscere Gesu’, soprattutto ai giovani, regalo loro opuscoli semplici che parla di chi e’ Gesu’, cosa ha fatto Gesu’.—-Sono molto scomoda, osteggiata e per questo ho sofferto e soffro molto, mi incoraggia questa Tua precisazione, Santo Padre, meglio soffrire facendo del bene piuttosto che del male, anche se sembra che chi fa’ del male stia bene.——A questa mia considerazione e’ scaturita dal cuore la preghiera; — PADRE MANDA IL TUO SANTO SPIRITO A ILLUMINARE LA MENTE E IL CUORE, A RISVEGLIARE LE COSCIENZE DEGLI ESSERI UMANI.—
Amare Cristo è speranza. Credere che tutto andrà per il meglio, che la nostra vita è nelle mani di Dio e che sarà il suo volere a guidare i nostri passi. Certo è difficile amare come ci ha insegnato Gesù, con umiltà, con pazienza, sotto la pressione dei ritmi di questo mondo, ma non bisogna mollare ed anche se un giorno ci riesce male dobbiamo rinascere al nuovo giorno confidando in un cuore nuovo pieno della Grazia di Dio. I nostri occhi dovrebbero assomigliare di più a quelli di Maria che, mentre tiene il figlio morto fra le braccia, sono pieni di lacrime ma di speranza e fiducia verso il Padre creatore al punto di perdonare l’umanità per l’atrocità commessa invitandoci a seguire la stessa via … quella della Croce.
Grazie al mio don Paolo, grazie a Papa Francesco e grazie sempre a Gesù …
Sono d’accordo, molte volte negli eventi belli o tristi mi esprimo in questi termini: ” spero che tutto vada bene o per il meglio” o “spero che siate sempre felici come questo giorno”:o ecc. ecc.dove ” spero” è la mia volontà di affidare tutto al Signore, la mia giornata difficile e pesante, le mie ansie, le paure, le scelte, le malattie di parenti,amici, di conoscenti buoni e non. Le nascitete, i matrimoni e tutti gli eventi belli e non belli sono sempre espressioni della Volontà di Dio anche quando non mi piacciono o non li comprendo e condivido.