“Come Abramo, aprite il cuore alla fede e Dio porterà a compimento quello che ha promesso” commentando la lettera di San Paolo ai Romani il Santo Padre ci introduce all’ultima udienza generale di Marzo incentrata sulla speranza cristiana. L’Apostolo ci fa comprendere che Abramo non solo è padre della fede ma anche della speranza. E questo perché nella sua vicenda possiamo già cogliere un annuncio della Risurrezione, della vita nuova che vince il male e la stessa morte.
Nel testo si dice che Abramo credette nel Dio «che dà vita ai morti e chiama all’esistenza le cose che non esistono» (Rm 4,17); e poi si precisa: «Egli non vacillò nella fede, pur vedendo già come morto il proprio corpo e morto il seno di Sara» (Rm 4,19). Questa è l’esperienza che siamo chiamati a vivere anche noi. Il Dio che si rivela ad Abramo è il Dio che salva, che fa uscire dalla disperazione e dalla morte, che chiama alla vita. Nella vicenda di Abramo tutto diventa un inno al Dio che libera e rigenera, tutto diventa profezia, per noi che ora riconosciamo e celebriamo il compimento di tutto questo nel mistero della Pasqua.
“A questo punto Paolo ci aiuta a mettere a fuoco il legame strettissimo tra la fede e la speranza. Egli infatti afferma che Abramo «credette, saldo nella speranza contro ogni speranza» (Rm 4,18). La nostra speranza si manifesta dove non c’è più niente in cui sperare, proprio come avvenne per Abramo, di fronte alla sua morte imminente e alla sterilità della moglie Sara. La grande speranza si radica nella fede, e proprio per questo è capace di andare oltre ogni speranza. Sì perchè si fonda sulla Parola di Dio. Siamo così chiamati a seguire l’esempio di Abramo che pur di fronte all’evidenza di una realtà che sembra votata alla morte, si fida di Dio, «pienamente convinto che quanto egli aveva promesso era anche capace di portarlo a compimento» (Rm 4,21)”.
Poi il pontefice ha interagito con i fedeli: “Mi piacerebbe farvi una domanda: Noi, tutti noi, siamo convinti di questo? Siamo convinti che Dio ci vuole bene e che tutto quello che ci ha promesso è disposto a portarlo a compimento? Ma Padre, quanto dobbiamo pagare per questo? C’è un prezzo: aprire il cuore? Aprite i vostri cuori e questa forza di Dio porterà avanti e farà cose miracolose e vi insegnerà cosa sia la speranza. Questo è l’unico prezzo: aprire il cuore alla fede e Lui farà il resto”. Con queste parole il Papa ci incita ad aprire il cuore al Signore per affrontare le difficoltà della vita proprio come Abramo.
“Questo è il paradosso e nel contempo l’elemento più forte, più alto della nostra speranza! Una speranza fondata su una promessa che dal punto di vista umano sembra incerta e imprevedibile, ma che non viene meno neppure di fronte alla morte, quando a promettere è il Dio della Risurrezione e della vita. Questo non lo promette uno qualunque, no! Quello che promette, è il Dio della Risurrezione e della vita”. La speranza è l’elemento chiave che vuole evidenziare Francesco e a cui dobbiamo credere indistintamente e perché lo dice Gesù che è salito in cielo crocifisso.
“Cari fratelli e sorelle chiediamo oggi al Signore la grazia di rimanere fondati non tanto sulle nostre sicurezze, sulle nostre capacità, ma sulla speranza che scaturisce dalla promessa di Dio, come veri figli di Abramo. Quando Dio promette, porta a compimento quello che promette. Mai manca alla sua parola. E allora la nostra vita assumerà una luce nuova, nella consapevolezza che Colui che ha risuscitato il suo Figlio risusciterà anche noi e ci renderà davvero una cosa sola con Lui, insieme a tutti i nostri fratelli nella fede. Noi tutti crediamo. Oggi siamo tutti in piazza, lodiamo il Signore, canteremo il Padre Nostro, poi riceveremo la benedizione. Ma questo passa. Ma questa, anche, è una promessa di speranza. Se noi oggi abbiamo il cuore aperto, vi assicuro che tutti noi ci incontreremo nella piazza del Cielo per sempre, che non passa mai. E questa è la promessa di Dio. E questa è la nostra speranza, se noi apriamo i nostri cuori. Grazie”. La promessa di Dio è i concetto finale che il Santo Padre vuole spiegarci con parole decise come “Mai manca la sua parola”, una promessa che avremo nuova luce grazie alla risurrezione.