Prosegue la catechesi il cui argomento è la Legge, e San Paolo, come scrive nelle sue lettere ai Galati, ci insegna che da essa siamo affrancati grazie alla venuta di Gesù che con il Suo sacrificio ci ha salvati.
Egli ci insegna che “a partire dalla fede in Cristo c’è un ‘prima’ e un ‘dopo’ nei confronti della stessa Legge, perché la legge c’è, i Comandamenti ci sono, ma c’è un atteggiamento prima della venuta di Gesù e poi dopo. La storia precedente è determinata dall’essere ‘sotto la Legge’. E chi andava sulla strada della Legge si salvava, era giustificato; quella successiva – dopo la venuta di Gesù – va vissuta seguendo lo Spirito Santo.”
L’argomento della Legge viene ripreso tempo dopo anche nelle sue lettere ai Romani nelle quali entra nel dettaglio e spiega “la Legge porta a definire la trasgressione e a rendere le persone consapevoli del proprio peccato: ‘Hai fatto questo, pertanto la Legge – i Dieci Comandamenti – dice questo: tu sei in peccato […]‘ Ora invece, morti a ciò che ci teneva prigionieri, siamo stati liberati dalla Legge ”. Che aveva avuto una sua utilità “aveva avuto delle funzioni restrittive, ma nello stesso tempo aveva protetto il popolo, lo aveva educato, disciplinato e sostenuto nella sua debolezza, soprattutto la protezione davanti al paganesimo.” Ma la sua funzione aveva un limite di tempo, e sarebbe cessata nel momento in cui il popolo fosse stato pronto, maturo.
Non essere più sotto la Legge però non vuol dire poter fare ciò che vogliamo, “I Comandamenti si devono osservare, ma non ci danno la giustizia; c’è la gratuità di Gesù Cristo, l’incontro con Gesù Cristo che ci giustifica gratuitamente. Il merito della fede è ricevere Gesù.[…] Dobbiamo osservarli, ma come aiuto all’incontro con Gesù Cristo.” Abbiamo ricevuto il Suo amore, e questo ci deve dare gioia e speranza.