Nell’omelia del 19 giugno Papa Francesco torna su alcune tematiche già viste e a lui care per fare un piccolo passo avanti. Tra queste l’ipocrisia, di cui già ci aveva parlato nell’omelia del , vista questa volta nelle sue due sfacettature: sacra e profana. L’ipocrisia profana é quella fatta di lusinghe e adulazioni, composta da cose finte, non sentite, puramente esteriori, che Papa Francesco definisce come “bellezza da museo.” Ecco dunque che gli ipocriti avendo perso di vista l’Amore di Dio sono proprio privi della caratteristica che dovrebbe dar loro senso, sono come degli “Intellettuali senza talento, eticisti senza bontà” persone finte, maestri del dissimulare per nascondere agli altri il vuoto derivante dalla mancanza dell’Amore di Dio. Essi sono dei “portatori di bellezze da museo”.
Ma affianco a questi ipocriti abbiamo una categoria speciale di ipocriti che non solo hanno distolto lo sguardo dall’Amore di Dio, ma giungono fino commettere peccato tanto la loro ipocrisia é grande. Questi sono gli ipocriti che vanno sul sacro, coloro che si vantano di aver fatto digiuno, di aver pregato o di aver fatto l’elemosima.
“Noi tutti” dice Papa Francesco “abbiamo la tentazione dell’ipocrisia, tutti i cristiani perché é una proposta del diavolo ma tutti noi abbiamo pure la grazia, la grazia che viene da Gesu Cristo, la grazia della gioia, della larghezza.“
Ma questo non significa che dobbiamo cedere a tali lusinghe. Se perdessimo infatti di vista l’Amore di Dio perderemmo anche quelle caratteristiche proprie che ci danno la Vita: la gioia, la magnanimità e l’apertura del nostro cuore.
Infatti “l’ipocrita non sa cosa sia larghezza, non sa cosa sia gioia, non sa cosa sia magnanimità” ci dice il Papa. E non potrebbe essere differente in effetti, poiché chi sceglie di vivere lontano da Dio perde il senso della sua esistenza.