All’Angelus Francesco parla della santissima Trinità dove vengono presentate nel Vangelo da Gesù lo Spirito Santo, «Non parlerà da sé stesso, ma prenderà quel che è mio e ve lo annuncerà» e il Padre, «Tutto quello che il Padre possiede è mio» Lo Spirito Santo parla quindi sempre di Gesù e mai di se stesso, Gesù invece possiede tutto ciò che è del Padre.
Rivolgendosi a noi spiega Francesco quanto noi tutti siamo troppo egocentrici e differenti dallo Spirito Santo, che parla annunciando gli altri, e il Padre il Figlio
Festeggiando la Trinità ognuno di noi può riscoprire la relazione con gli altri. Precisa Francesco ponendo un quesito ai fedeli: Oggi possiamo chiederci se la nostra vita riflette il Dio in cui crediamo: io, che professo la fede in Dio Padre e Figlio e Spirito Santo, credo davvero che per vivere ho bisogno degli altri, ho bisogno di donarmi agli altri, ho bisogno di servire gli altri? Lo affermo a parole o lo affermo con la vita?
Prosegue poi Francesco specificando che il Dio trino e unico si trasmette attraverso la testimonianza di vita. Egli che, come scrive l’evangelista Giovanni, «è amore» come le persone buone, generose in loro possiamo vedere un piccolo riflesso di Dio-Amore.
La Trinità ci insegna quindi che non si può mai stare senza l’altro ci precisa il papa: Non siamo isole, siamo al mondo per vivere a immagine di Dio: aperti, bisognosi degli altri e bisognosi di aiutare gli altri.
Allora Francesco conclude ponendo ai fedeli un ultima questione: Poniamoci quest’ultima domanda: nella vita di tutti i giorni sono anch’io un riflesso della Trinità? Il segno di croce che faccio ogni giorno – Padre e Figlio e Spirito Santo –, quel segno di croce che facciamo tutti i giorni, rimane un gesto fine a sé stesso o ispira il mio modo di parlare, di incontrare, di rispondere, di giudicare, di perdonare?