Un nuovo ciclo di catechesi comincia con l’odierna Udienza, dedicato alla Vecchiaia; argomento centrale di questo giorno “ La grazia del tempo e l’alleanza delle età della vita. ”
La vecchiaia a volte è vista come un peso, in un tempo in cui sono tanti gli anziani e pochi i bambini, “uno squilibrio che ha tante conseguenze. La cultura dominante ha come modello unico il giovane-adulto, cioè un individuo che si fa da sé e rimane sempre giovane. Ma è vero che la giovinezza contiene il senso pieno della vita, mentre la vecchiaia ne rappresenta semplicemente lo svuotamento e la perdita?”
Purtroppo “l’esaltazione della giovinezza come unica età degna di incarnare l’ideale umano, unita al disprezzo della vecchiaia vista come fragilità, come degrado o disabilità, è stata l’icona dominante dei totalitarismi del ventesimo secolo.”
Ma proprio oggi che l’età media si è allungata di molto la vecchiaia “è considerata un’età che non ha contenuti speciali da offrire, né significati propri da vivere. Per di più, manca l’incoraggiamento delle persone a cercarli, e manca l’educazione della comunità a riconoscerli.” Questo è sbagliato, come è sbagliato, sottolinea il Pontefice, voler restare giovani a tutti i costi: “la giovinezza è bellissima, ma l’eterna giovinezza è un’allucinazione molto pericolosa. Essere vecchi è altrettanto importante.”
Cosa possiamo fare? Ritrovare l’alleanza tra le diverse generazioni. Gli anziani possono trasmettere ai più giovani i loro percorsi di vita, le esperienze, per trasmettere loro i sogni e dargli speranza per il futuro.
“La sapienza del lungo cammino che accompagna la vecchiaia al suo congedo va vissuta come una offerta di senso della vita, non consumata come inerzia della sua sopravvivenza.” Chiediamo dunque allo Spirito Santo di capire che essa è un dono, e restituiamo dignità ai nostri anziani lasciando che ci trasmettano la loro saggezza, la loro maturità e il loro amore.