Il brano del Vangelo commentato oggi all’Angelus rappresenta un’occasione per testare, come afferma il Pontefice, la nostra fede.
È un uomo molto ricco, ma di cui nessuno riporta il nome, che si avvicina a Gesù per chiedergli “ Che cosa devo fare per avere la vita eterna? Senza nome perché tutti possiamo riconoscerci in lui, e infatti l’attenzione di Francesco è proprio sui verbi utilizzati, “ecco la sua religiosità: un dovere, un fare per avere; ‘faccio qualcosa per ottenere quel che mi serve.’”
Ma la fede non è questo, è invece libertà e amore; di qui il test per noi: che tipo di fede è la nostra? “Se è principalmente un dovere o una moneta di scambio, siamo fuori strada, perché la salvezza è un dono e non un dovere, è gratuita e non si può comprare. La prima cosa da fare è liberarci di una fede commerciale e meccanica […] io faccio questo perché Dio mi dia questo.”
E qual è la risposta di Gesù? Nessuna, lui semplicemente lo guarda con amore “ecco da dove nasce e rinasce la fede: non da un dovere, non da qualcosa da fare o pagare, ma da uno sguardo di amore da accogliere.[…] Cerca lo sguardo di Dio: mettiti in adorazione, lasciati perdonare nella Confessione, stai davanti al Crocifisso. Insomma, lasciati amare da Lui. Questo è l’inizio della fede: lasciarsi amare da Lui, che è padre.”
Infine Gesù invita l’uomo a dare ai poveri tutti i suoi beni per seguirlo perché “una fede senza dono, una fede senza gratuità è una fede incompleta, è una fede debole, una fede ammalata.” Chiediamoci dunque che tipo di fede è la nostra, se ci lasciamo guardare e amare da Gesù e soprattutto “attirato da Lui, corrispondo con la gratuità, con generosità, con tutto il cuore? ” Dio vuole dei si senza ma, è quello che facciamo?