E’ assurdo basare la nostra felicità sull’avere, é questo uno dei messaggi principali dell’Angelus di Papa Francesco di oggi, 4 agosto. Prendendo spunto dalle letture quotidiane nonché dalla recente Giornata Mondiale della Gioventù il Pontefice riflette sul significato di ricchezza e gioia.
Ad una settimana esatta dal termine dell’incontro in Brasile con i giovani, Papa Francesco ritorna a ricordare la gioia di quei giorni. Emozione questa che scaturiva dall’essere lì presenti per Cristo. La missione che Papa Giovanni Paolo II aveva affidati ai giovani nel 1985 di portare la Croce di Gesù ovunque nel mondo é diventata segno tangibile del cammino di fede e di speranza di tanti ragazzi e uomini d’oggi.
E’ una felicità, quella testimoniata a Rio, che assume ancor più significato alla luce del Vangelo di questa domenica: “I giovani sono particolarmente sensibili al vuoto di valori e di significato che spesso li circonda.” La mancanza di valori veri della società moderna induce i giovani a una continua ricerca di felicità, di ebrezza alla quale però i tanti piccoli idoli creati dal consumismo non sanno dare risposta. La felicità infatti che proviamo dal possesso di cose e beni dura poco e ci obbliga continuamente a cercare una nuova occasione di felicità senza mai però riuscire a trovare quello che ci soddisfa in pieno.
“L’incontro con Gesù vivo, nella sua grande famiglia che è la Chiesa, riempie il cuore di gioia, perché lo riempie di vita vera” dice Papa Francesco” perché lo riempie di un bene profondo, che non passa e non marcisce” quindi il Pontefice porta proprio a paragone la recente esperienza della Giornata Mondiale della Gioventù affermando che tutto ciò “lo abbiamo visto sui volti dei ragazzi a Rio.” L’amore che viene da Dio é il solo in grado di riempire il cuore, é la risposta alla nostra ricerca di felicità. E’ la vera gioia che ci fa sentire realizzati quando condividiamo con gli altri questo Amore, aiutandoci l’un l’altro: diventando solidali.
“Il ricco dice a se stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni…riposati, mangia, bevi e divertiti! Ma Dio gli dice: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai accumulato, di chi sarà?” (cfr Lc 12,19-20).
Quando Dio fa parte della tua vita, non devi provare paura o vergogna di testimoniare ciò che per te rappresenta, perché è facile nascondersi per il timore di essere giudicati e isolati. Bisogna invece scuotere gli animi e condividere la Sua esistenza…. Come succede per la pubblicità? Si divulga, si acquista, si prova…bene, si deve pubblicizzare Dio, scatenare curiosità e per questo che è arrivato Papa Francesco…non a caso! Ha un grande compito, ma con la preghiera e lo Spirito Santo, l’esercito di Dio si arricchirà di tanti altri soldati.
I beni a lungo desiderati non hanno il potere di vincere la morte ma, una volta ottenuti, pregiudicano la vita stessa.
Nella parabola riguardante la cupidigia del ricco si legge: “Stolto, questa stessa notte dovrai morire, e a chi andranno le ricchezze che hai accumulato?” (Lc 12, 20).
Purtroppo, si preferisce l’avere all’essere (si dice che la A viene prima della E) e da questo falso concetto inizia il crollo dei valori.
Del vuoto che si crea sono particolarmente sensibili i giovani, che cercano nell’effimero la soddisfazione del proprio ego.
Eppure, come attesta il Vangelo: “C’è più felicità a dare che a ricevere” (Atti 20, 35).
Gesù ha insegnato che bisogna fare della generosità un modo di vivere perché donare con gioia è gradito al Padre.
E’ molto suggestiva la carità del “sarto” nei “Promessi Sposi”: quell’immortale del “si figuri” stette un momento come sorpreso da un pensiero; mise un piatto delle vivande che erano sulla tavola e aggiuntovi un pane, mise il piatto nel tovagliolo e, preso questo per le quattro cocche, disse alla bambinetta maggiore: “Piglia qui, va’ da Maria la vedova; lasciale questa roba e dille che è per stare allegra coi suoi bambini. Ma con buona maniera, veh, che non paia che tu faccia l’elemosina! E non dir niente se incontri qualcuno”.
Teniamo presente questo esempio!
Domenico Caruso – S. Martino di Taurianova (Reggio Cal.)