Il Santo Padre inizia l’Angelus col Vangelo di del giorno che presenta la consegna di Gesù: «Rimanete nel mio amore»: rimanere nell’amore di Gesù.
Abitare nella corrente dell’amore di Dio è la condizione per far sì che il nostro amore non perda per strada il suo ardore e la sua audacia. Anche noi dobbiamo accogliere con gratitudine l’amore che viene dal Padre e rimanere in questo amore, cercando di non separarcene con l’egoismo e con il peccato.
L’amore di Cristo è un atteggiamento fondamentale del cuore, che si manifesta nel vivere come Lui vuole. Gesù infatti afferma: «Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore». L’amore si realizza nella vita di ogni giorno, negli atteggiamenti, nelle azioni. Gesù ci chiede di osservare i suoi comandamenti, che si riassumono in questo: «che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi».
Ma come possiamo condividere questo amore di Dio con gli altri? Più volte Gesù ha indicato chi è l’altro da amare, non a parole ma con i fatti. È colui che incontro sulla mia strada e che, con il suo volto e la sua storia, mi interpella; è colui che, con la sua stessa presenza, mi spinge a uscire dai miei interessi e dalle mie sicurezze; è colui che attende la mia disponibilità ad ascoltare e a fare un pezzo di strada insieme. Disponibilità verso ogni fratello e sorella, chiunque sia e in qualunque situazione si trovi, incominciando da chi mi è vicino in famiglia, nella comunità, al lavoro, a scuola… In questo modo, se io rimango unito a Gesù, il suo amore può raggiungere l’altro e attirarlo a sé, alla sua amicizia.
Questo amore per gli altri deve diventare la costante della nostra esistenza. Ecco perché siamo chiamati, per esempio, a custodire gli anziani come un tesoro prezioso e con amore, anche se creano problemi economici e disagi, ma dobbiamo custodirli. Ecco perché ai malati, anche se nell’ultimo stadio, dobbiamo dare tutta l’assistenza possibile. Ecco perché i nascituri vanno sempre accolti; ecco perché, in definitiva, la vita va sempre tutelata e amata dal concepimento al suo naturale tramonto. E questo è amore.
Noi siamo amati da Dio in Gesù Cristo, che ci chiede di amarci come Lui ci ama. Ma questo non possiamo farlo se non abbiamo in noi il suo stesso Cuore. L’Eucaristia, alla quale siamo chiamati a partecipare ogni domenica, ha lo scopo di formare in noi il Cuore di Cristo, così che tutta la nostra vita sia guidata dai suoi atteggiamenti generosi. La Vergine Maria ci aiuti a rimanere nell’amore di Gesù e a crescere nell’amore verso tutti, specialmente i più deboli, per corrispondere pienamente alla nostra vocazione cristiana.
Solito discorso del motivo della visita papale ad Istanbul nel 2014 nonché quello della visita di Erdogan in Vaticano un paio di mesi fa. Allora, vogliamo mettere fine all’ipocrisia o no? Abbiate il coraggio di far leggere questo messaggio personalmente a bergoglio, si vede che non è una minaccia, no?