“Gesù oggi ci rivolge, ancora una volta, un pressante invito ad andare da Lui, a varcare la porta della vita piena, riconciliata e felice“, ha detto Papa Francesco commentando la Lettura del Vangelo di oggi durante la propria riflessione antecedente la preghiera mariana dell’Angelus. Rivolgendosi ai fedeli presenti in Piazza San Pietro, il Vescovo di Roma, ha spiegato che “la nostra vita non è un videogioco o una telenovela; la nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna“.
La salvezza, e come raggiungerla, del resto è proprio il centro del brano del Vangelo del giorno, nel quale un tale si avvicina a Gesù e “gli pone questa domanda: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?» (Lc 13,23)“.
Gesù, ha spiegato il Papa, “non dà una risposta diretta, ma sposta il dibattito su un altro piano, con un linguaggio suggestivo, che all’inizio forse i discepoli non capiscono: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno» (v.24)“.
Cosa significa questo? Innanzitutto quale è la porta? Come Gesù stesso ci spiega, e come riportato nel Vangelo di Giovanni, è Lui la porta: “Lui ci conduce nella comunione con il Padre, dove troviamo amore, comprensione e protezione“.
E perché, dunque, “questa porta è stretta“? In questo caso non dobbiamo interpretare il fatto che la porta sia stretta come una oppressione, come una “porta oppressiva“. Gesù usando l’immagine della porta stretta, infatti, ci vuole indicare che dovremo liberarci di molte cose per poter riuscire a passare attraverso la stessa: “il mio orgoglio, la mia superbia, i miei peccati“, sono queste le cose che dobbiamo lasciare dietro di noi per poter attraversare la porta stretta che è Gesù.
Risulta chiaro, quindi, come la porta di Gesù sia una porta che libera, una porta che è in grado di “trasformare il nostro cuore“, perché solamente Lui “può dare senso pieno alla nostra esistenza, donandoci la gioia vera“.
Al contempo, ha aggiunto Papa Francesco, la porta di Gesù è una porta “sempre spalancata per tutti! Dio non fa preferenze, ma accoglie sempre tutti, senza distinzioni […] Egli aspetta ciascuno di noi, qualunque peccato abbiamo commesso, per abbracciarci, per offrirci il suo perdono“.
Ecco la porta che Gesù ci invita a passare, “una porta stretta per restringere il nostro orgoglio e la nostra paura; una porta spalancata perché Dio ci accoglie senza distinzioni […] Entrando per la porta di Gesù, la porta della fede e del Vangelo, noi potremo uscire dagli atteggiamenti mondani, dalle cattive abitudini, dagli egoismi e dalle chiusure”, ha concluso Papa Francesco, “Quando c’è il contatto con l’amore e la misericordia di Dio, c’è il cambiamento autentico“.
Alla luce di questa riflessione del Santo Padre, facciamo un breve esame di coscienza, pensando alle tante cose alle quali ci siamo attaccati e che non ci permettono di passare per quella porta, che è sì stretta, ma sempre aperta. Gesù non ci chiede di “fare discorsi accademici sulla salvezza, come quel tale che si è rivolto a Gesù, ma dobbiamo cogliere le occasioni di salvezza“.
È così che comprendiamo il termine della Lettura di oggi: “a un certo momento «il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta» (v.25)“, ha detto Bergoglio, “Ma se Dio è buono e ci ama, perché chiuderà la porta a un certo punto? Perché la nostra vita non è un videogioco o una telenovela; la nostra vita è seria e l’obiettivo da raggiungere è importante: la salvezza eterna“.