Papa Francesco, durante la omelia di oggi, nella Santa Messa in Casa Santa Marta, commentando le Letture del giorno, ha descritto quali sono i caratteri del buon missionario: per essere “araldi” della fede, ha detto il Vescovo di Roma, serve avere coraggio, perseverare nella preghiera ed essere umili.
Ricordando la vita dei Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa e che la Liturgia di oggi ricorda, Bergoglio ha sottolineato come “la Parola di Dio non si può portare come una proposta – “ma, se ti piace …” – o come un’idea filosofica o morale, buona – “ma, tu puoi vivere così …”.” Per essere seminatori della Parola bisogna agire con “franchezza, con questa forza … con coraggio”. Se manca il coraggio, inteso come “coraggio spirituale, coraggio nel cuore“, solamente si dirà “qualcosa di interessante, qualcosa di morale, qualcosa che farà bene, un bene filantropico, ma non c’è la Parola di Dio“.
Il coraggio da solo, però, non riuscirà a contagiare i cuori, se non è custodito nella preghiera. Come il Vangelo di Luca ci indica con le parole “la messe è abbondante, ma sono pochi gli operai. Pregate dunque il Signore della messe perché mandi operai nella sua messe“, ha detto il Papa, serve che la Parola venga proclamata per mezzo della preghiera: “senza preghiera, tu potrai fare una bella conferenza, una bella istruzione: buona, buona! Ma non è la Parola di Dio. Soltanto da un cuore in preghiera può uscire la Parola di Dio“.
Infine, per essere missionari di Dio è necessario essere umili e, ricordando una riflessione di Crisostomo, Bergoglio ha detto che “se tu non vai come agnello, ma vai come lupo tra i lupi, il Signore non ti protegge“. E, in effetti, “quando il predicatore si crede troppo intelligente o quando quello che ha la responsabilità di portare avanti la Parola di Dio vuol farsi furbo” finisce per negoziare la Parola di Dio con i potenti.