All’ Angelus il Papa ha ricordato che oggi si celebra la Presentazione di Gesù al Tempio, come era in uso a quei tempi, quando un neonato una volta compiuti i quaranta giorni di vita doveva essere portato al Tempio a Gerusalemme e consacrato a Dio secondo quanto prescritto dalla Legge ebraica.
L’episodio è raccontato nel Vangelo di Luca (Lc 2,22-40 ) e racconta Bergoglio “E mentre descrive un rito previsto dalla tradizione […] pone alla nostra attenzione l’esempio di alcuni personaggi. Essi sono colti nel momento in cui fanno esperienza dell’ incontro con il Signore nel luogo in cui Egli si fa presente e vicino all’uomo.”
I personaggi sono i genitori Giuseppe e Maria, Simeone e la profetessa Anna, che serve Dio ininterrottamente. Tutti hanno un atteggiamento di “movimento” e “stupore”. I primi due si recano verso Gerusalemme, Simeone va al Tempio perché “mosso dallo Spirito”. E ci mostrano così che “la vita cristiana richiede dinamismo e richiede disponibilità a camminare, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo. L’immobilismo non si addice alla testimonianza cristiana e alla missione della Chiesa” perché “Ogni battezzato ha ricevuto la vocazione all’annuncio- annunciare qualcosa, annunciare Gesù- , la vocazione alla missione evangelizzatrice: annunciare Gesù! ”
Vi è poi lo stupore, dei genitori per le “ cose che si dicevano di lui [di Gesù]”, di Simeone “che nel Bambino Gesù vede con i suoi occhi la salvezza operata da Dio in favore del suo popolo: quella salvezza che lui aspettava da anni”
Come spiega infatti Francesco “ la capacità di stupirsi delle cose che ci circondano favorisce l’esperienza religiosa e rende fecondo l’incontro con il Signore. Al contrario, l’incapacità di stupirci rende indifferenti e allarga le distanze tra il cammino di fede e la vita di ogni giorno”.
Dopo tutto, il compito dei cristiani è l’evangelizzazione, per cui la fede è in continuo movimento.
1 pensato per “L’incapacità di stupirci rende indifferenti”